Eventi - 10 maggio 2018, 13:27

#SalTo18, Remmert e Bukowski: genuina follia tra i Murazzi e il Post Office

Lo scrittore torinese apre oggi al Salone del Libro il ciclo di incontri dedicato agli autori "maledetti". In Sala Filadelfia alle ore 17

Trovavo la vita del tutto priva di interessi; e questo avveniva specialmente quando lavoravo otto o dodici ore al giorno. E la maggior parte degli uomini lavoro otto ore al giorno almeno cinque giorni la settimana. E neanche loro amano la vita. Non c'è ragione per uno che lavora otto ore al giorno di amare la vita, perché è uno sconfitto”. Così parlava Charles Bukowski guardando alla sua lunga carriera all’interno di un ufficio postale. Che è poi la realtà traslata in narrazione di Post Office, romanzo del ‘71 in cui il protagonista, Henry Chinaski, detto Hank, è un postino ubriacone di Los Angeles con la passione per le corse di cavalli. 

A tutto questo Enrico Remmert si sente particolarmente affine. Alacre lavoratore fin da ragazzo, e con la stessa fissa per i cavalli. È per questo che sarà proprio Bukowski il protagonista del reading inaugurale del filone “I maledetti” al Salone del Libro, oggi pomeriggio dalle ore 17 in Sala Filadelfia.

Non lo leggo da diversi anni, ma di lui ho divorato praticamente ogni pagina”, racconta Remmert, scrittore torinese poliedrico che ancora si gode il grande successo del suo ultimo libro, La guerra dei Murazzi.

Il bello di Bukowski è che sa raccontare qualcosa di profondo utilizzando sempre l’ironia, prendendosi molto in giro. Si è diffusa, nel tempo, una sorta di ‘leggenda del santo bevitore’ tutta bukowskiana, mitizzando, soprattutto in Europa, la figura di questo bizzarro scrittore che arrivava completamente ubriaco alle presentazioni dei libri. Ma, in realtà, aveva capito molte cose, più di tanti altri”.

Il reading di Remmert sarà un “remix”, andando a prendere pezzi dalle principali opere e raccolte di poesie. Il tutto con effetto “pulp”, così come recita il titolo del romanzo postumo del “maledetto” Bukowski. Ma ciò che lo muove è puro sentimento, non c’è mai stato l’anelito dell’imitazione, la spinta a seguire un esempio ispiratore. “In tutti questi anni ho cercato di non avere più modelli”, spiega Remmert, che comunque non nega un indiscutibile primato: “Bukowski è senza dubbio uno dei più bravi a raccontare storie. È la matrice del vecchio romanzo americano, che per me funzionerà sempre, mentre in Europa si tende più a seguire il suono di una bella voce narrante, che può anche risultare stucchevole. Lui, invece, non annoia mai”.

E di certo l’efficacia stilistica, unita alla ricerca della storia giusta ed essenziale, è uno dei segreti del successo della Guerra dei Murazzi, presentata anche al Salone Off e, nella sua trasposizione teatrale, al Fringe Festival. Vicende, quelle dei singoli racconti, definite “minime e trascurabili”, eppure potentissime, vere, concrete. E chissà cosa sarebbe venuto fuori, da una scrittura a quattro mani con “Hank”, immerso anche lui in uno dei luoghi più caldi della movida torinese di un tempo. “Ma adesso starò fermo per un po’, quest’anno intendo solo leggere. La scrittura verrà poi”.

Remmert apre così il ciclo di letture al Salone del Libro dedicato ai “maledetti” della narrazione contemporanea.

I prossimi appuntamenti, tutti in Sala Filadelfia alle 17, saranno venerdì 11 con Luca Beatrice che racconta Mario Schifano, il “ribelle” della pop art italiana; Piergiorgio Odifreddi, sabato 12, alle prese con “i tre eretici” del pensiero moderno, Galileo Galilei, Niccolò Copernico e Giordano Bruno; domenica 13 Goffredo Fofi legge James Joyce, mentre chiude il cerchio Tommaso Pincio, lunedì 14, con Bram Stocker.

Manuela Marascio