Come si può essere ancora competitivi? È la domanda che ha scelto di porsi Api Torino, organizzando per il secondo anno consecutivo la sua assemblea al Salone del Libro.
Una domanda tutt'altro che oziosa, visto che una ferita ancora non rimarginata come quella di Embraco dimostra che di realtà che se ne vogliono andare ce ne sono eccome.
"Torino è importante per moltissimi fattori - ha detto Maurizio Casasco, presidente nazionale di Confapi - perché qui sono nate tante eccellenze. Ma ancora oggi la PMI è il vero motore dell'innovazione, che abbiamo sempre fatto in casa grazie alla nostra creatività. Ma oggi abbiamo bisogno di farla insieme a un ateneo come il Politecnico. E non solo per quanto riguarda il 4.0". "In passato - ha aggiunto - siamo stati due mondi troppo distaccati e forse autoreferenziali. Ora bisogna fare innovazione, soprattutto di prodotto. Quindi brevetti e quindi l'aiuto dell'Università è fondamentale. Ma si deve lavorare anche con l'imprenditore, per aumentarne la sensibilità su un tema fondamentale come è quello della sicurezza".
"Gli imprenditori sono prima di tutto pragmatici e guardano le cose con sano realismo - ha aggiunto Corrado Alberto, presidente di Api Torino - e per questo bisogna dire che, anche se a macchia di leopardo, il territorio continua a soffrire. Ecco perché bisogna fare attenzione affinché non si perda tutto ciò che di buono abbiamo già. Come è possibile altrimenti che un'azienda come Embraco, con conti in ordine e costo del denaro al 7%, decida di andarsene? Bisogna creare condizioni migliori. Ecco perché la presenza del Politecnico è preziosa, ma serve anche una sinergia con l'amministrazione del territorio". "Dobbiamo cambiare passo - ha aggiunto - ma serve l'aiuto di tutti".
Invocato da più parti, non si è sottratto Guido Saracco, neo rettore del Politecnico, che ha già impresso una robusta impronta all'ateneo scientifico torinese. "Stiamo ragionando su un Piano strategico che copra almeno il prossimo decennio e stiamo già incontrando esponenti del territorio. Ma dobbiamo fare fronte al forte calo demografico di questi anni e il rischio di perdere talenti a causa dello spopolamento. Noi al momento creiamo profili, ma la vera sfida è convincerli a rimanere qui. A radicarsi". "Bisogna fare in modo di contaminare il percorso formativo tradizionale, vincendo quella forma di diffidenza reciproca tra gli ingegneri che escono dal Politecnico e le piccole e medie imprese".
A chiudere il cerchio, Paola Pisano, assessore comunale all'innovazione: "Bisogna lavorare per far crescere il territorio, ma senza chiudersi e disdegnare assi con le aree vicine. Per esempio Milano. E poi si deve operare semplificando, facilitando l'insediamento di chi vuole venire qui a fare innovazione. Soprattutto innovazione di frontiera, che è quella che cambia davvero il volto al territorio".