"Diamo ai fornitori le risposte che aspettano: è stata finalmente avviata la liquidazione generale, questo permetterà di procedere con le obbligazioni; gli enti pubblici faranno la loro parte accelerando i pagamenti". Così la sindaca di Torino Chiara Appendino è intervenuta nella giornata conclusiva del Salone del Libro.
La prima cittadina ha aggiunto: "Sappiamo che il valore di questo Salone dipende da chi ci ha creduto in questi anni, quindi anche in futuro il Comune garantirà le risorse senza alterarne il perimetro. Ci impegneremo affinché il marchio rimanga in mano pubblica".
Alle ore 17 il Salone ha toccato 144.386 visitatori contro i 143.815 dello scorso anno. Buoni anche i dati del Salone Off: 26.500 contro i 25 mila del 2017. Il presidente Massimo Bray ha così commentato il risultato: "Siamo tutti molto felici di com'è andata questa edizione. Con Nicola Lagioia ormai siamo quasi una coppia di fatto", ha scherzato. "Quest'anno abbiamo messo a punto un grande progetto culturale, mirato a trasformare il Salone in un vero laboratorio di idee e contenuti".
Un sodalizio, quello tra Bray e Lagioia, che continuerà il prossimo anno, dal 9 al 13 maggio, con una cabina di regia ancora da definire, sulla base del modello di questa edizione. Sulla questione degli spazi - alla luce delle polemiche per l'ubicazione di alcuni editori nel Padiglione 4 - l'assessora regionale alla cultura Antonella Parigi ha dichiarato: "Se il prossimo anno ci sarà di nuovo overbooking, la Regione rinuncerà alla sua Arena per garantire posto a tutti". E ha confermato l'impegno economico in unione con il Comune, grazie a una convenzione pluriennale con la fondazione per la cultura.
Il direttore Nicola Lagioia ha quindi voluto sottolineare il valore culturale del Salone: "Non diventiamo troppo schiavi dei numeri, perché lo spazio a disposizione è pur sempre limitato per natura. È una questione di geometria euclidea. Pensiamo piuttosto a migliorare l'offerta culturale". E ha poi aggiunto: "È stata la prova di maturità dell'intera comunità: l'anno scorso c'era la rivalità con Milano, quest'anno il Salone si è dimostrato forte senza aver bisogno di un nemico".
A margine, Lagioia ha ancora commentato: "Se altre città vogliono fare la loro fiera del libro, chi siamo noi per dire qualcosa? Mi auguro che il nostro Salone possa diventare un luogo di elaborazione culturale, e che le associazioni di categoria portino delle istanze al prossimo ministro. Noi dialoghiamo con tutti per natura".