Calcio - 17 maggio 2018, 17:00

“Non so parlare sottovoce. Una vita in contropiede (tra parole e pallone)”: Aldo Agroppi al Salone del libro di Torino con il suo libro

E’ una sorta di autobiografia che entra a gamba tesa nel mondo del calcio moderno

C’era anche Aldo Agroppi al Salone del libro di Torino.

Centrocampista, bandiera del Toro, poi allenatore, poi commentatore sportivo. In campo era un lottatore, uno che non mollava mai, fuori dal campo si è costruito la fama di non avere peli sulla lingua, di non avere paura di dire la sua. Anche contro i potenti.

Il suo libro - Non so parlare sottovoce. Una vita in contropiede (tra parole e pallone) - è una sorta di autobiografia che entra a gamba tesa nel mondo del calcio moderno. Frammenti un po' personali e un parecchio provocatori, dove Agroppi rievoca con nostalgia gli anni da giocatore e da allenatore, e ricorda campioni e uomini veri dello stampo di Lido Vieri, Gaetano Scirea, Ferruccio Valcareggi, Edmondo Fabbri.

In un accostamento a volte polemico con i divi del football di oggi, ma non solo, Agroppi con la sua penna al vetriolo, senza censura e senza nascondere le fragilità che lo hanno costretto a lasciare anzitempo i campi da gioco, spazia su temi caldi della società odierna, dalla politica alla cultura al costume, regalandoci squarci empatici della sua vita di uomo e di professionista del pallone.

E, soprattutto, non perde occasione per fare dichiarazioni d'amore alla sua squadra del cuore, il Toro, di cui ha indossato con orgoglio la maglia e pure la fascia di capitano. Parole vere, sincere, spesso fuori dal coro, di un uomo che ha fatto della schiettezza il suo grido di battaglia. 

Il “toscanaccio” non ha perso l’occasione per indirizzare qualche bordata nei confronti della “odiata” Juventus.

W.A.