Economia e lavoro - 22 maggio 2018, 16:17

Embraco, i lavoratori scrivono a Di Maio e a Salvini: "Mai più casi come il nostro"

I dipendenti di Riva di Chieri chiedono una legge sulla Responsabilità sociale delle imprese. "Molti di noi hanno votato per le vostre forze politiche"

Mentre da Roma sembrano essere arrivati gli ultimi tornanti prima della formazione del nuovo Governo a guida Lega-M5S, i lavoratori della Embraco hanno preso carta e penna e hanno scritto una lettera aperta proprio ai due leader: Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Il messaggio è uno, molto chiaro: "Mai più un caso come il nostro".

Nelle righe che sono state sottoscritte oggi, in occasione delll'assemblea che si è tenuta con i sindacati di Uilm e Fiom prsso lo stabilimento di Riva di Chieri, i lavoratori hanno espresso riconoscenza per l'attenzione che la politica ha riservato loro nei mesi passati, ma non hanno nascosto il timore per eventuali corsi e ricorsi storici. "Caro Luigi, Caro Matteo - esordisce la lettera - in questi mesi siamo stati nostro malgrado protagonisti di una lotta per la difesa del lavoro in Italia. Ci avete conosciuto, ci siamo incontrati, ci avete sostenuto nei momenti più difficili e di questo ve ne siamo grati. Molti di noi hanno votato per le vostre forze politiche alle elezioni del 4 marzo 2018. Ma noi vorremmo che non si ripetessero più altri casi come il nostro: dove una azienda multinazionale, dopo avere preso tutto quello che c’era da prendere sul territorio, decide di andarsene e licenziare tutte le lavoratrici e i lavoratori lasciandoli in una situazione sociale ed umana drammatica".

"Noi siamo riusciti, con le nostre mobilitazioni e le nostre iniziative e con l’appoggio di istituzioni, forze politiche e media - prosegue il messaggio ai leader di Carroccio e grillini - a fare assumere alla multinazionale proprietaria, la Whirlpool, la responsabilità di predisporre, agevolare e condividere un piano sociale per la reindustrializzazione e ricollocazione per tutte e tutti noi. Pensiamo che questo dovrebbe avvenire sempre, ed essere previsto dalla legislazione sul lavoro nel nostro Paese". "In altri Paesi dell’Unione Europea esistono norme in materia: quando un’azienda decide di trasferirsi ed andarsene deve prima presentare il piano sociale per la reindustrializzazione e ricollocazione per tutte e tutti le lavoratrici e i lavoratori interessati. In caso contrario l’azienda che delocalizza è chiamata a rispondere di tutti i costi e gli oneri sociali ed economici derivanti, altrimenti scaricati sulla collettività".

"In questo momento così importante e gravoso, dove, come forze politiche, vi impegnate a governare il nostro Paese, la nostra richiesta è di ricordarvi le forti e giuste prese di posizione contro le delocalizzazioni e di rispondere, finalmente, a queste ingiustizie con una legge sulla responsabilità sociale delle imprese".

Massimiliano Sciullo