Mentre da Roma sembrano essere arrivati gli ultimi tornanti prima della formazione del nuovo Governo a guida Lega-M5S, i lavoratori della Embraco hanno preso carta e penna e hanno scritto una lettera aperta proprio ai due leader: Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Il messaggio è uno, molto chiaro: "Mai più un caso come il nostro".
Nelle righe che sono state sottoscritte oggi, in occasione delll'assemblea che si è tenuta con i sindacati di Uilm e Fiom prsso lo stabilimento di Riva di Chieri, i lavoratori hanno espresso riconoscenza per l'attenzione che la politica ha riservato loro nei mesi passati, ma non hanno nascosto il timore per eventuali corsi e ricorsi storici. "Caro Luigi, Caro Matteo - esordisce la lettera - in questi mesi siamo stati nostro malgrado protagonisti di una lotta per la difesa del lavoro in Italia. Ci avete conosciuto, ci siamo incontrati, ci avete sostenuto nei momenti più difficili e di questo ve ne siamo grati. Molti di noi hanno votato per le vostre forze politiche alle elezioni del 4 marzo 2018. Ma noi vorremmo che non si ripetessero più altri casi come il nostro: dove una azienda multinazionale, dopo avere preso tutto quello che c’era da prendere sul territorio, decide di andarsene e licenziare tutte le lavoratrici e i lavoratori lasciandoli in una situazione sociale ed umana drammatica".
"Noi siamo riusciti, con le nostre mobilitazioni e le nostre iniziative e con l’appoggio di istituzioni, forze politiche e media - prosegue il messaggio ai leader di Carroccio e grillini - a fare assumere alla multinazionale proprietaria, la Whirlpool, la responsabilità di predisporre, agevolare e condividere un piano sociale per la reindustrializzazione e ricollocazione per tutte e tutti noi. Pensiamo che questo dovrebbe avvenire sempre, ed essere previsto dalla legislazione sul lavoro nel nostro Paese". "In altri Paesi dell’Unione Europea esistono norme in materia: quando un’azienda decide di trasferirsi ed andarsene deve prima presentare il piano sociale per la reindustrializzazione e ricollocazione per tutte e tutti le lavoratrici e i lavoratori interessati. In caso contrario l’azienda che delocalizza è chiamata a rispondere di tutti i costi e gli oneri sociali ed economici derivanti, altrimenti scaricati sulla collettività".
"In questo momento così importante e gravoso, dove, come forze politiche, vi impegnate a governare il nostro Paese, la nostra richiesta è di ricordarvi le forti e giuste prese di posizione contro le delocalizzazioni e di rispondere, finalmente, a queste ingiustizie con una legge sulla responsabilità sociale delle imprese".