E' partita dalla vicenda, a lieto fine, dell' Embraco la scorsa puntata di Backstage, il format di Torino Oggi online ogni lunedì alle 21.
Ma, appunto, è stato solo l'inizio dal momento che la domanda che ci si è posti è stata di più ampio respiro: come, il nuovo governo, potrà evitare che si ripetano casi simili? Anche perchè non c'è motivo che questo non accada: una multinazionale, come in questo caso, produce in Italia, vende i suoi prodotti, fa reddito. Ma se la multinazionale in questione decide che vuole ottenere un profitto ancora superiore basta che si guardi intorno e in tempi di globalizzazione tutto è possibile: andare a produrre in un altro Paese con costo del lavoro più basso, portare la sede fiscale dove si pagano meno tasse, andare dove, più o meno alla luce del sole, si offre di più alle aziende che si insediano.
E' il mercato, bellezza. O no? Il tema è di pressante attualità in particolare sul territorio piemontese perchè altri casi si profilano all'orizzonte, basti pensare alla vicenda Comital o Lear. Aziende del territorio per le quali i giochi sono tutt'altro che decisi.
“Il problema è che nel programma di governo ci sono indicazioni generiche, sostiene interlocutorio il consigliere regionale di Forza Italia Andrea Fluttero, stiamo a vedere cosa accadrà, posto che noi come Forza Italia in questo governo non siamo stati graditi. Proteggere le nostre aziende? Intanto si tratterebbe di sceglier settori in cui possiamo essere ancora competitivi ma soprattutto è del tutto inaccettabile che si permetta alle aziende di andare a delocalizzare in altri Paesi d 'Europa con i fondi europei”.
E in questi giorni in cui i punti del programma di governo della maggioranza gialloverde continuano a tenere banco, impossibile, soprattutto in Piemonte, soprassedere sulla controversa questione Tav: “Lo sviluppo non passa certo attraverso il progetto Tav, interviene con decisione Francesca Frediani, consigliera regionale del M5S, lo stop a quest'opera è sempre stato nel nostro programma e l'analisi costi benefici che porteremo avanti dimostrerà come sia un'opera assolutamente inutile. Ho fatto un calcolo, ha aggiunto ancora Frediani, la Città della Salute costa come 3,8 km di Tav: alla luce di queste cifre c'è da chiedersi qual' è l'opera che serve davvero ai cittadini”.
Carlo Emanuele Morando, coordinatore dei Giovani Padani Torino, torna sulla questione delocalizzazione con uno dei cavalli di battaglia della Lega: “Meno tasse è la ricetta per attirare investitori dall'estero, è un tema prioritario. Le politiche da sette anni a questa parte non hanno mai riguardato davvero la diminuzione delle tasse. Si sono portate avanti politiche europee che ci hanno condotto dove siamo ora: è importante che questo governo sia di rottura rispetto al passato, governi precedenti non hanno fatto l'interesse dell'Italia. Lega e M5S sono pericolosi? Io mi chiederei piuttosto cosa ci ha fatto arrivare a questo punto.
Ancora riflessioni sulla Tav per Fluttero: “La Tav interessa poco Di Maio ma in fondo anche alla Lega perchè l'animo della Lega è lombardo-veneto, non piemontese e la tav interessa in prima battuta il Piemonte. La Tav non è una cosa che puoi dire mi piace o no. Non hai scampo. I treni dell'800 vanno bene ma la Tav va meglio. Tornando al caso Embraco: lo Stato è intervenuto, ha fatto il suo lavoro, il problema però è che quelle situazioni devi cercare di evitarle. Ad esempio ci dovrebbero essere regole generali europee che pretendano criteri ambientali e di rispetto dei diritti dei lavoratori per le merci provenienti da fuori”
Così, come in un gioco dell'oca, alla fine si torna sempre al tema dell'Europa e l'esponente della Lega non può esimersi dal toccare uno degli argomenti forti del suo partito: “La questione euro deve tornate di attualità. Noi abbiamo perso tantissimo nella conversione della lira in euro, così come è stata fatta. Non significa uscire domani dall'euro ma i vantaggi e gli svantaggi devono essere gli stessi per tutti. E poi bisogna creare lavoro vero nelle Regioni in cui si vive di ammortizzatori sociali. Ad esempio non si può pensare di chiudere l' Ilva che in quella zona è l 'unica realtà produttiva”.
“Bisogna partire dal lavoro fatto da Cottarelli: bisogna tagliare gli stipendi non i posti di lavoro interviene Freduani, se pensiamo che l'unica via di sviluppo sia l'Ilva si cade nel ricatto posti di lavoro contro ambiente: bisogna pensare ad altre attività produttive. Va tutto ripensato. E' chiaro che nel momento di transizione è importante che ci sia un reddito di cittadinanza per supportare le persone che restano senza lavoro”.
In definitiva il nuovo governo parlerà di industria? “Se non si decide di fare attenzione alla manifattura è un grosso problema. E' il problema, peraltro, dimenticato da tutti i governi che si sono avvicendati finora. Quella è la base e se non si parte dalla base non si può neanche pensare di avere risorse per il reddito di cittadinanza”, dice Basso. Fluttero interviene con l'orgoglio piemontese: “Sì, ma rendiamoci conto che siamo nella Regione che era industriale per eccellenza. Ora è la cenerentola delle regioni del nord. E il governo regionale c'è da 4 anni. Per cui, va bene, parliamo di cosa potrà fare il nuovo governo ma guardiamo anche a ciò che non è stato fatto in Regione".
“Siamo al 12% di disoccupazione in Piemonte, c'è una strada obbligata per il nostro territorio: fare sinergia”, propone Basso. Il messaggio dal Piemonte alle forze politiche che si accingono a governare è chiaro: attenzione al Piemonte, cuore pulsante dell'economia industriale del Paese. E non è un'opzione: se si perderà il treno è a rischio il tessuto industriale di tutto il Paese.