Attualità - 24 maggio 2018, 18:52

"Tav, nessuna penale se si rinuncia alla Torino-Lione"

Il parere di Mario Cavargna, presidente della Asocciazione Pro Natura Piemonte

 

Sulla vicenda della Tav, tornata di grande attualità anche per le dichiarazioni di diversi leader politici, questo il punto di vista di Mario Cavargna, presidente della Asocciazione Pro Natura Piemonte: "Lo stato maggiore di TELT, la società che dovrebbe gestire la costruzione della Torino Lione, continua a bombardare il pubblico italiano con notizie non vere".

"Non è vero che l’Italia, cancellando il progetto, dovrebbe pagare delle penali, perché tutti i lavori eseguiti od appaltati sino ad ora sono stati classificati come “studi e progetti”, quindi non impegnativi. Ed infatti, dal luglio 2017, quando è stata la Francia, attraverso la ministra dei trasporti ed il presidente Macron ad opzionare il proprio ritiro, TELT non ha osato obiettare; al contrario di quanto sta facendo ora in Italia".

"In ogni caso il Grant Agreement, attualmente in vigore, firmato il 25 settembre 2015 tra Unione Europea, Italia e Francia, ha stabilito nelle “condizioni generali” che ognuna delle parti in causa può recedere in tutto o parzialmente per motivi di “forza maggiore” ed all’articolo 16 che “nessuna delle parti in causa ha diritto a chiedere compensi a causa della rescissione dell’accordo di un’altra parte in causa”.

"Non è vero che l’Unione Europea nei due contributi settennali abbia erogato 1.500 milioni, perché il primo è stato utilizzato solo per un terzo ed altrettanto si può prevedere per il secondo contributo che scadrà nel 2019. Non è vero che l’Unione Europea abbia messo a disposizione 3,4 miliardi perché non esiste alcun documento comunitario che lo affermi, tant’è che tutte le delibere del CIPE relative al finanziamento della parte italiana della Torino-Lione non hanno preso in conto tale contributo".

"Non è vero che il contributo dell’Unione Europea che non venisse dato alla Torino Lione, a seguito della rinuncia al progetto, verrebbe perduto dall’Italia: infatti nel meccanismo di parziale ritorno dei soldi che il nostro Paese versa alla Unione Europea, si renderebbe disponibile l’equivalente per altri settori, come le aree disagiate a basso livello di industrializzazione o la ricerca e l’innovazione".

"Infine, l’arco alpino occidentale non è paragonabile ad un muro, come ha dichiarato Brinkhorst, già Coordinatore per il Corridoio e ora componente del Consiglio di Amministrazione di TELT. Infatti è già l’area montuosa a più alta intensità di tunnel stradali, autostradali e ferroviari di tutta l’Europa: dal valico di Ventimiglia, al traforo del Tenda, al tunnel ferroviario e al tunnel stradale del Frejus sino ai tunnel del Monte Bianco e del Gran San Bernardo".

r.g.