“Nel 2016 il Piemonte ha subito un notevole decremento demografico. Ma non solo: circa il 7% dei miniori in Piemonte ha dovuto fare ricorso ai servizi sociali. Sono alcuni dei dati forniti dal Garante dell'Infanzia e dell'Adolescenza della Regione Piemonte, Rita Turino, che ha presentato una dettagliata relazione sul suo lavoro stamattina a Palazzo Lascaris durante la seduta del Consiglio regionale.
La Garante ha ricordato che oggi sono più di 600 le domande di tutori per minori stranieri non accompagnati pervenute e che nel 2017 è stato organizzato il primo corso di formazione che ha permesso di fornire 80 nominativi al Tribunale per i Minorenni. “La Garante – ha spiegato la stessa Turino – ha il compito di garantire il rispetto e l’attuazione dei diritti delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi presenti sul territorio regionale. Ma oggi io voglio concentrarmi su un aspetto: quello delle violenza assistita, uno dei temi su cui la Regione ha provveduto a formare gli operatori”.
Tra le tematiche toccate dalla Garante Turino, quella della fragilità delle famiglie e dell'aumento delle separazioni, con le relative conseguenze sui figli; quella della crescente perdita di responsabilità da parte dei genitori, quella del contrasto alla dispersione e all'abbandono scolastico. Ma la Garante ha parlato anche di bullismo e ludopatia. Spiegando poi il concetto di conflitto: “Spesso quando si parla di violenza si pensa sempre a quella fisica che subiscono i bambini, ma ce ne sono almeno altre due tipologie altrettanto importanti: quella psicologica e poi quella meno considerata, che è quella di un figlio che non subisce direttamente violenza fisica, ma vede quotidianamente il padre picchiare la madre".
"Anche questo è un caso di violenza, che crea intorno al minore un ambiente difficile, con conseguenze terribili sulla personalità e sulla percezione del mondo del bambino. Stesso discorso per genitori che si separano dopo lunghi conflitti: le conseguenze sui minori sono spesso sottovalutate”.
“Una proposta interessante – ha spiegato Turino – riguarda proprio i conflitti: dobbiamo insegnare ai nostri bambini a litigare meglio, o a farlo nel modo giusto. Perché i conflitti non si possono evitare del tutto: l'importante è che ognuno, fin da piccolo, possa formare gli strumenti corretti per gestirli e indirizzarli”.
Nel concludere, Turino ha fatto cenno alle iniziative per affrontare le problematiche collegate all'immigrazione di seconda e terza generazione, alla complessità dei nuovi modelli famigliari e alla crisi economica, visto anche l'aumento della povertà.