Economia e lavoro - 26 giugno 2018, 07:00

TNE, Scalo Vanchiglia, Officine Grandi Motori, Manifattura Tabacchi: ecco la Torino su cui scommettere

Secondo uno studio Gabetti-Politecnico, sarebbero le aree con le maggiori potenzialità in una città che continua a cambiare volto. Intanto il mercato immobiliare si mostra più vivace che nelle altre città dopo Milano

TNE (Mirafiori), lo Scalo Vanchiglia, le Officine Grandi Motori, la Manifattura Tabacchi e la Osi-Ghia. Sono le cinque aree più interessanti, dal punto di vista edilizio, secondo uno studio fatto da Gabetti e alcuni ricercatori del Politecnico che hanno messo sotto la lente d'ingrandimento la Torino che cambia e, soprattutto, le sue aree dismesse e da rilanciare.

Queste cinque, in particolare, avrebbrero "potenzialità nel ridisegnare l’assetto urbano ed economico della città". Una città che, dicono sempre gli studi, ha bisogno di riqualificare alcune zone dove una volta regnavano aziende e imrpese e ora non più. Numeri alla mano, si scopre infatti che il censimento del 1989 calcolava a Torino una superficie lorda di pavimento (SLP) di 1.076.915 metri quadrati, mentre i dati aggiornati in possesso del Politecnico riducono questa superficie a 650.456 metri quadri.
Malgrado la netta diminuzione rispetto al 1989, circa il 39% in meno, tuttavia la quantità di aree appare essere ancora insostenibile in quanto l’offerta di aree non intercetta le necessità della domanda. E la destinazione d’uso prevista per queste aree è distribuita tra ASPI (aree servizi persone e imprese) 41%; residenza 21%; università 25% e infine 13% parchi.

“Parlare di riqualificazione di aree dismesse significa ragionare in termini di innovazione, progettando azioni di rigenerazione che ridiano valore al territorio e ai suoi abitanti, offrendo anche nuove opportunità di investimento agli operatori economici. Le dinamiche odierne sono molto diverse rispetto a quelle passate, occorre mostrare più attenzione alla sostenibilità economica e soprattutto ambientale. Un buon recupero di queste aree rappresenta anche un recupero culturale per la città stessa” ha dichiarato Roberto Busso, amministratore delegato di Gabetti.

Intanto, a Torino il mercato immobiliare si dimostra piuttosto movimentato: "Potremmo definirlo vivace – specifica Giuseppe Bloisi, relationship manager Piemonte di Gabetti –. È infatti, nel settore immobiliare industriale, la prima città italiana per numero di transazioni immobiliari e la seconda provincia dopo Milano. Nel residenziale e terziario è invece il terzo comune dopo Roma e Milano. Guardando quindi tutti i settori dell’immobiliare, la città di Torino sta performando in positivo. In tutto questo, il recupero delle aree dismesse deve essere un argomento d’interesse centrale”.

Nel corso del 2017, a Torino e provincia si sono registrate 649 transazioni per il settore produttivo, con un aumento del 24,1% rispetto al 2016. Solo nel capoluogo sono state 131 (rispetto alle 91 del 2016). Per il terziario, invece, con 340 transazioni, l'aumento è stato del 10,2% rispetto al 2016.  Infine, nel settore residenziale, la crescita è stata - con 12.940 transazioni - del +4,9% rispetto al 2016. Nel solo primo trimestre 2018 le compravendite sono state 3.095 (+3,9% rispetto stesso periodo 2017), solo a Torino.

Per quanto concerne il mercato delle case, nel 2017 la città di Torino ha generato un fatturato residenziale di 2,3 miliardi di euro, grazie alla vendita di circa 1.100.324 metri quadri. I tempi medi di vendita delle abitazioni a Torino si attestano intorno ai 5 mesi (da un minimo di 2-3 a un massimo di 6-7 mesi), mentre gli sconti in sede di chiusura al 12% circa. Lo sconto medio in fase di chiusura delle trattative segue, nella maggior parte dei casi, le tempistiche. Là dove vi sono tempi medi brevi, lo sconto è minore e viceversa.

Massimiliano Sciullo