Economia e lavoro - 28 giugno 2018, 15:18

Torino si specchia nel 4.0: i maggiori player si confrontano sul futuro della manifattura

Meccanica e meccatronica sono a una svolta, ma le tecnologie non bastano: "Servono idee e non gelosia delle proprie competenze"

Al giorno d'oggi in cui tutto sembra essere 4.0, che cos'è esattamente 4.0? Su questo tema si sono interrogati oggi alcuni dei principali player del tessuto manifatturiero e meccatronico torinese, ospiti di Amma e Tekla presso il Centro congressi dell'Unione Industriale.

Da Leonardo a Thales Alenia, da IBM a General Motors, passando per Sabelt e molte altre ancora: le aziende si sono incontrate e "raccontate" per confrontarsi su cosa vuol dire, in concreto, avere a che fare con termini e paradigmi come additive manufacturing, robot collaborativi, big data, internet of things e simili. Tra la necessità di dare corpo ai prodotti e la libertà sempre più grande per la creatività dei progettisti. Un cambiamento "disruptive", ovvero che distrugge ciò che già esiste per poi ricostruire.

"La tecnologia permette di liberare risorse per attività a basso valore aggiunto - spiega Salvatore Grimaldi, responsabile per la pianificazione tecnologica divisione velivoli di Leonardo - mentre strumenti come Internet of things e big data possono essere preziosi per le attività di monitoraggio e manutenzione. La realtà aumentata, infine, può dare molto su moltissime applicazioni, dalla formazione dell'operatore alla possibilità di dare informazioni all'operatore in tempo reale, customizzando il singolo prodotto".

E poi ancora mondi vicini, ma ciascuno con le sue caratteristiche: come Olsa group, che produce luci per auto. "Non sempre l'innovazione è tecnologica. Deve essere anche un'idea, un'applicazione - spiega Stefano Cassis, ceo di Olsa - grazie anche al legame con chi fa design".

Quel che appare certo, è che l'innovazione è una strada. Per essere in grado di percorrerla servono tanti strumenti insieme, competenze e talento. "Superando un concetto come la gelosia di ciò che si sa, tenendolo segreto, perché ormai potrebbe essere controproducente".

Massimiliano Sciullo