Eventi - 02 luglio 2018, 16:04

Architettiamo la Città: domani la seconda tappa

Appuntamento alle ore 18 in via Campana 32

Si terrà domani alle 18.00 il secondo appuntamento di Architettiamo la Città, un ciclo di incontri promosso dall’Ordine degli Architetti di Torino insieme alle Circoscrizioni per discutere delle trasformazioni della città.

Al centro dell’incontro i quartieri San Salvario, Cavoretto e Borgo Po e i tre interventi urbanistici-architettonici di maggiore rilievo: Torino Esposizioni con ampliamento Facoltà di Architettura e Biblioteca civica: dopo aver ospitato le competizione di pattinaggio e hockey sul ghiaccio durante le Olimpiadi Invernali del 2006 (lo stesso anno in cui si aggiudica il riconoscimento Architetture Rivelate dell’Ordine degli Architetti di Torino), il capolavoro novecentesco viene dimenticato per 10 anni, fino a quando nel 2016 il Comune e il Politecnico di Torino decidono di riprendere in mano la situazione attraverso una gara internazionale. L’obiettivo è riconvertire i 28.000 metri quadri del gioiello di Nervi in nuovo polo culturale, facendone la sede di un nuovo campus di architettura del Politecnico di Torino e della biblioteca centrale.

Libeskind, Perrault, Chipperfield, Kuma, studio OMA, Boeri, Cucinella, Anma e Bolles&Wilson sono tra i 21 studi di tutti il mondo che accettano la sfida; Aimaro Isola (protagonista dell’architettura italiana dagli anni ’50 che ha lavorato anche con Nervi e Morandi) e lo spagnolo Rafael Moneo (premio Pritzker nel 1996 e autore del Museo del Prado di Madrid) gli autori del progetto nominato vincitore a febbraio del 2017.

Il progetto del duo italo-spagnolo Isola-Moneo prevede una nuova piazza ipogea dove troveranno posto le aule e i laboratori del campus di architettura, un ruolo in primo piano alla vegetazione che sostituirà l’asfalto e i parcheggi e due nuovi filari di platani per allungare fino al piazzale davanti Torino Esposizioni lo storico viale che costeggia corso Massimo D’Azeglio.

Il primo passo per la realizzazione, prevista nel 2021, arriva a febbraio 2018 con l’ultimazione dello studio di fattibilità, step necessario prima della progettazione vera e propria. Il Politecnico dà il via per la trasformazione del Padiglione 5 in campus di architettura con aule, laboratori, uffici e servizi, mentre i costi elevati (40 milioni di euro a fronte di 17 disponibili) fanno arenare il progetto per la nuova sede della biblioteca centrale.

Scalo Vallino: è un’area in trasformazione, a ridosso della ferrovia, con una superficie libera di 31.000 mq con diritti edificatori per 25.500 mq di superficie lorda di pavimento (SLP) destinata ad un mix funzionale di Residenza e ASPI (attività e servizi per le persone e le aziende). All’interno dell’area ci sono anche tre piccoli edifici storici vincolati e il costruendo nuovo Centro di Biotecnologie, polo scientifico del futuro «Parco della Salute» a Lingotto Avio-Oval.

I lavori del nuovo incubatore di ricerca biotecnologica, prima fase del Clinical Industrial Research Park, centro biotecnologico e di medicina traslazionale, stanno per essere ultimati. Qui avranno luogo in prevalenza due attività: Torino è stata scelta dal consorzio Eurobioimaging per gestire a livello europeo gli scambi coi ricercatori su tecnologie come risonanza, pet, tac, tomografia, temi su cui l’ateneo ha già cinque progetti internazionali; c’è poi l’accordo con l’Iit e un colosso della produzione ottica per creare un laboratorio sulle tecniche di super-risoluzione. 

Su via Lugaro, in territorio limitrofo, sorgerà la nuova sede centrale teleriscaldamento di Luciano Pia: una sorta di ziggurat verde, su incarico di Iren, che apparirà come una collina frondosa all’interno della quale verranno celati i serbatoi di accumulo del teleriscaldamento. Il progetto di costruzione è stato affidato a Luciano Pia (architetto 58enne di San Giusto). Il teleriscaldamento dovrebbe entrare in servizio nel 2020, convertendo 300-400 centrali termiche condominiali, contribuendo a riqualificare tutta la zona a fianco del cavalcaferrovia di corso Sommeiller. 

Caserma La Marmora: costruita tra il 1887 e il 1888, nel 1943 vi si stabilì il quartier generale dell’Ufficio Politico Investigativo della Guardia Nazionale Repubblicana, e venne utilizzata come luogo di detenzione, tortura ed esecuzione di prigionieri politici, antifascisti e dissidenti. Nel 2009 e 2010 viene utilizzata per fare fronte all’emergenza profughi, poco dopo viene affidata alla Comunità di Emmaus. Per anni in stato di abbandono, dal 2014 la caserma La Marmora è di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti. Nel 2017 ha ospitato la tredicesima edizione di Paratissima.

Carlo Ratti e il suo studio di Torino riqualificheranno e trasformeranno i 20 mila metri quadrati della Caserma La Marmora in un laboratorio urbano per il co-living, il co-making e il co-working. Il progetto, che è stato approvato dal Comune di Torino nella primavera del 2016, prevede un mix di funzioni: dai laboratori per i maker ai moduli abitativi per studenti e giovani strartupper, senza imporre una funzione predefinita e prefissata degli spazi, che saranno infatti aperti a molteplici utilizzi. L’intervento di Carlo Ratti Associati prevede anche la riqualificazione del grande spazio pubblico che ora risulta nascosto da imponenti mura perimetrali. Lo spazio si trasformerà quindi da originaria piazza d’armi a “piazza d’arti”, che potrà accogliere eventi e spettacoli aperti a tutta la città. Infine, per non dimenticare il ruolo dell’edificio durante la Seconda Guerra Mondiale, uno dei sei edifici satellite sarà spazio espositivo, filiale del Museo diffuso della Resistenza.

Intervengono:

Massimo Giuntoli, presidente dell’Ordine degli Architetti di Torino

Davide Ricca, presidente Circoscrizione 8 di Torino

Massimiliano Miano, vicepresidente Circoscrizione 8 di Torino

c.s.