Economia e lavoro - 04 luglio 2018, 18:45

Anche quest’anno i designer della Modest Fashion sono sbarcati in città (FOTO e VIDEO)

In occasione della Torino Fashion Week, in passerella si sono visti i diversi aspetti di questa realtà emergente legata al mondo islamico

Per il terzo anno consecutivo la moda è tornata a Torino con la Fashion Week e, per il secondo anno, l’IFDC (Islamic Fashion and Design Council) ha rivestito il ruolo di importante partner dell’evento, riportando sulle nostre passerella la Modest Fashion.    

Ma che cos’è la Modest Fashion? “La moda castigata disegnata per le donne musulmane”, è la prima descrizione che viene in mente. Un mercato in espansione che, date le su enormi potenzialità, ha iniziato a interessare grandi brand internazionali, come i nostri Dolce e Gabbana. Ma la Modest Fashion non è solo questo, ma è molto di più. E, per comprendere appieno questo mondo bisogna parlare con i designer che lo vivono “genuinamente”, in quanto parte integrante della loro cultura e non succulento bacino su cui tuffarsi.

“La Modest Fashion non è solo per le musulmane ma per tutte le donne”, spiega Fadzil Hadil, designer del brand Chatique. “Per tutte le donne interessante all’eleganza e allo stile. Non è un tipo di moda legato ai trend del momento, ma è immortale.” E non stupisce il fatto che gli abiti presentati dal designer a Torino siano un trionfo da red carpet, l’espressione di un fascino senza tempo.

Ma anche la Modest Fashion ha diverse facce e può essere anche trend, pop e colorata. Forse non immortale ma sicuramente molto divertente. Lo dimostra Diana Rikasari, con il brand Schmiley MO, fatto di abiti sportivi e allegri, che paiono usciti da un fumetto. “Quando indossi un abito, devi avere la sensazione di acquistare nuovi poteri, di trasformarti in un supereroe”, dice la designer che veste dei colori  delle sue modelle ed è attivissima sui social, con ben 225.000 follower su Instagram. Tanto per smentire ulteriormente la versione stereotipata della moda “modesta”.
    
Fadzil Hadil ha cominciato dall’architettura e il design d’interni, per poi trasferire la sua passione per i colori nella moda. Diana Rikasari è nata come rigido ingegnere per poi lasciarsi andare alla libertà e alla creatività. Entrambi si occupano di moda da pochi anni.



Diverso, invece, il discorso per Nasreen e Carmen Muhammad che si sono avvicinate alla moda fin da giovanissime.
“Ho sempre modificato gli abiti che acquistavo: aggiungendo, togliendo, tagliando, accorciando, allungando”, dice Nasreen, designer di Bow Boutique. “Nei negozi non ho mai trovato qualcosa che mi piacesse o rappresentasse al 100%. Per noi donne mussulmane la moda è un mezzo importante per esprimere noi stesse, per imporci e raccontarci al mondo. Ogni volta che indossavo qualcosa fatto da me, la gente mi faceva i complimenti, fino a quando mio marito non mi ha convinta a fare di questa passione un mestiere”.     

Infine, Carmen Muhammad, designer statunitense, che nel suo paese è una vera e propria icona, ha iniziato a lavorare sui propri abiti a soli 16 anni: “A quell’età facevo la ballerina di hip hop ad Hollywood. Ero molto famosa nell’ambiente e quando divenni mussulmana, e cambiai il mio aspetto, molti amici furono sorpresi. Ero un personaggio pubblico, un punto di riferimento, e ho sempre saputo che i miei abiti dovevano essere un messaggio, uno statement.  Vesto le donne perché si sentano a proprio agio, perché vengano apprezzate per la loro bellezza ma anche e, soprattutto, per la loro personalità.
La moda, insieme allo sport, ha la responsabilità e la possibilità di unire i popoli, di farli avvicinare e conoscere in maniera pacifica. La moda è espressione di bellezza e civilizzazione, e può aiutare a superare il pregiudizio e lo stigma che attualmente colpisce la religione mussulmana. È questo ciò che io cerco di fare ogni giorno con il mio lavoro”.




Questi quattro designer hanno mostrato il proprio talento sulla passerella della Torino Fashion Week durante il week end appena trascorso, hanno raccontato al mondo, con poche parole e molto tessuto, le diverse facce della Modest Fashion che, partendo da una base comune, può esprimersi nei modi più vari come ogni forma di grande creatività.

Rossana Rotolo