Nel 1725, Vittorio Amedeo II di Savoia ricevette un dono molto particolare, una “garniture”, cioè un prezioso servizio di porcellane, che gli fu inviata in segno di ringraziamente da Augusto II, re di Polonia. Era composta da sette vasi, di cui oggi ne sopravvivono cinque, che furono realizzati dalla Manifattura di Meissen presso Dresda.
I pezzi sono importanti in quanto rappresentano una testimonianza storica della produzione di questi oggetti. Nel 1708, infatti, fu scoperto il segreto della porcellana a pasta dura. Il dono ricevuto dal re di Savoia, quindi, è una delle prime “garniture” realizzate con quella tecnica.
Fino al 14 ottobre, la “garniture” di Meissen si potrà ammirare alla Galleria Sabauda di Torino (quasi) al completo. I cinque vasi rimasti, infatti, sono normalmente divisi tra Palazzo Reale e il Museo Poldi Pezzoli di Milano, ma sono stati eccezionalmente riuniti per questa esposizione. Nel corso del tempo i pezzi hanno subito vari spostamenti, al punto che nel 1823, da alcuni documenti, risultano già mancanti i due vasi che avrebbero completato la “garniture”.
Oggi, i due esemplari più grandi sono di proprietà di Palazzo Reale, dove vengono abitualmente conservati. Gli altri tre, invece, hanno subito una storia più travagliata. Sono stati prima trasferiti al Museo Civico di Torino (1877), poi esibiti alla IV Esposizione Nazionale di Belle Arti di Torino (1880) e poi riportati a Palazzo nel 1929. Prima del 1966, tuttavia, sono stati venduti all’asta per poi finire, dopo un lungo girovagare, nella collezione Zerilli-Marimò, che l’anno scorso è stata donata al Museo Poldi Pezzoli di Milano.