Economia e lavoro - 15 luglio 2018, 07:38

C'è un'altra Embraco, dall'altra parte della Pianura Padana: la crisi "gemella" della Wanbao ACC

In provincia di Belluno l'azienda, rilevata in passato da un gruppo straniero, ha dichiarato 130 esuberi. Una realtà che produce compressori per frigoriferi

Mel è un Comune italiano di meno di 6000 anime in Veneto, per la precisione in provincia di Belluno. Ma finisce sulle cronache nazionali per una storia che non ha a che fare con la geografia, ma con l'economia. Sotto i riflettori, una vicenda tanto simile a quella che ha scandito gli ultimi mesi a Torino. E in particolare a Riva di Chieri: il caso Embraco.

Da quelle parti, l'azienda in crisi si chiama Wanbao Acc Italia. Ma qui si fermano le differenze con la vertenza che ha toccato Torino. L'identikit dell'impresa infatti è del tutto simile a quella che fu del gruppo Whirlpool: un'azienda storica del territorio - era la Zanussi Elettromeccanica - rilevata con il passare del tempo da una realtà straniera. Che però adesso, numeri alla mano, decide che ci sono esuberi (e dunque licenziamenti) da smaltire. Con una particolarità: la Wanbao produce compressori per frigoriferi.

Proprio come è capitato con la proprietà "brasiliana" di Embraco. Un tratto di matita e via: questo avrebbe dovuto essere il destino dei lavoratori di Riva di Chieri, oggi in salvo nella loro totalità grazie a Ventures e la prospettiva di Astelav.
Invece, purtroppo, nel Bellunese si trovano ancora nella fase precedente: quella del dolore e dell'incertezza. In tutto sono 400 i dipendenti che lavorano nello stabilimento e - grazie ad alcune uscite incentivate - gli esuberi sono scesi di qualche decina. Rimanendo comunque 93. Prosegue così una trattativa serrata che va avanti da oltre un anno: all'inizio i licenziamenti avrebbero dovuto essere quasi il doppio (170 circa).

Poi, a colpi di scioperi, vertici e manifestazioni, qualcosa si è mosso. Ma non abbastanza. Tanto da arrivare alla ribalta dei telegiornali nazionali. Perché la storia ormai suona stonata, già sentita: un copione che non conosce territorio, ma che cerca di essere applicato sempre nella stessa maniera. Quella in cui un gruppo straniero si appropria di un pezzo di storia imprenditoriale (qui l'azienda venne presa all'asta nel dicembre del 2014) per poi ricorrere a tagli e riduzioni dall'altissimo impatto sociale.

La speranza, per i lavoratori bellunesi, è che le due vicende possano essere gemelle anche nella loro conclusione. I lavoratori ex Embraco, che nei loro periodi più bui avevano ricevuto anche lettere di solidarietà da altre aziende italiane, sicuramente fanno il tifo per loro.

Massimiliano Sciullo