Giornata clou in Comune per la commissione toponomastica. Un po' tutta la città di Torino ieri è stata coinvolta nelle nuove intitolazioni, dalle strade ai ponti, dalle panchine alle biblioteche. Ma c'è chi non è rimasto pienamente soddisfatto.
Si tratta della Circoscrizione 8, che, pur portando a casa un importante riconoscimento per i fratelli Montalcini - cui sarà dedicato, al Parco del Valentino, il piazzale compreso tra corso Massimo d’Azeglio e i viali Medaglie d’Oro, Ceppi e Boiardo - storce il naso per una seconda richiesta non accolta.
Il vicepresidente Massimiliano Miano aveva proposto l'intitolazione del sedime stradale proseguimento di via Zino Zini - nel tratto che va dal sottopasso del Lingotto alla passerella olimpica - ai fratelli considerati pionieri della grande distribuzione in Italia. Riccardo, Giorgio e Dario Garosci, veri e propri "papà" del commercio moderno, che il 10 aprile 1959 aprirono in via Tunisi, nel quartiere Borgo Filadelfia, il primo supermercato alimentare self service. Una scia contestualmente percorsa anche a Milano con la catena Esselunga, poi propagatasi in tutta la penisola. Erano gli anni del boom economico, la società italiana si stava risvegliando nel pieno benessere dopo il difficile dopoguerra. A Torino "mamma Fiat" rombava e produceva, il clima festoso invogliava a comprare, a concedersi piccoli lussi. E i tre fratelli si inserirono appieno in quest'atmosfera.
"I Garosci sono stati imprenditori illuminati e lungimiranti, capaci di anticipare con intuizione il futuro commerciale in una società in rapida trasformazione", spiega Franco Fava, curatore con Miano della pratica toponomastica. "Il loro merito è stato anche quello di proporre ai piccoli imprenditori a livello familiare di mettersi in rete attraverso forme cooperativistiche, una soluzione per contrastare le grandi major internazionali, creando un importante canale commerciale per i prodotti made in Italy".
Ma la proposta della Circoscrizione 8 è stata bocciata. Al posto dell'intitolazione della strada, arriverà una targa commemorativa in via Tunisi, lì dove sorse il primo distributore.
"Ci tenevamo molto a dedicare un ricordo ai Garosci, perché siamo fieri della loro iniziativa imprenditoriale proprio nel territorio della ex Circoscrizione 9", spiega Miano. "Portiamo avanti la pratica dal 2008, in tutti questi anni è sempre stata rinviata. Ma il Comune ha bocciato la proposta non ritenendo abbastanza rilevante o noto, fuori da Torino, l'operato di questa famiglia".
La famiglia Garosci, originaria di un piccolo comune sopra Sanremo, si era trasferita a Torino nel 1921 per incrementare l'attività commerciale. I figli aiutavano il padre in azienda: un amore per la gestione degli affari coltivato fin da piccoli. Negli anni, la loro presenza sul territorio torinese si consolidò sempre di più, contando nel dopoguerra ben quattordici nuovi negozi. Da lì la scelta di andare incontro alle reali esigenze degli italiani, tra la necessità di abbattere i costi di produzione e la razionalizzazione dei processi distributivi.
"L'amarezza - prosegue Miano - viene dal mancato riconoscimento di un ruolo chiave a degli imprenditori che hanno voluto investire proprio su Torino. Tutto quello che loro hanno messo in piedi è poi proseguito con la grande catena Carrefour. Ma probabilmente dare rilievo a ciò che porta ricchezza e benessere non è ben visto dal Comune".
Allo scontento della Circoscrizione 8 si aggiunge lo "smacco" per l'intitolazione effettiva a un altro imprenditore, Carlo Abarth, di un tratto di via Anselmetti, vicino a FCA. Una scelta che ha fatto discutere e riflettere, soprattutto in questi giorni in cui il grande gruppo automobilistico è tornato sulla bocca di tutti.