Collegno-Rivoli-Grugliasco - 01 agosto 2018, 18:04

Grugliasco, la visita della Chapecoense al museo del grande Torino suggella il gemellaggio fra le due tifoserie

L’assessore Bianco: “E’ importante raccontare ai ragazzi il destino di queste due squadre che hanno lasciato la storia per entrare nella leggenda”

In occasione dell’amichevole a sfondo benefico che si disputerà allo Stadio Olimpico tra il Torino e la Chapecoense una delegazione della società brasiliana ha visitato il museo del grande Torino a Grugliasco: le due squadre sono unite dal drammatico destino delle due tragedie aeree di Superga e Medellin. Il 4 maggio 1949 si schiantò quello che trasportava i granata di ritorno dall’amichevole col Benfica e nel quale trovarono tutti la morte mentre il 28 novembre 2016 vicino a Medellin precipitò l’aereo che portava i brasiliani che stavano andando a disputare la finale della Copa Sudamericana contro i colombiani dell’Atlético Nacional, nel disastro morirono 77 persone e se ne salvarono solo sei tra cui tre giocatori. I due tragici eventi ebbero come immediato effetto il gemellaggio fra le due tifoserie.

Alan Ruschel, terzino di 28 anni, fu il primo estratto vivo dall’aereo ed è quello che ha riportato le ferite minori tant’è che è già tornato in campo prima in amichevole e poi in gare ufficiali. Oggi sta per rinnovare il contratto con la Chape ed è il simbolo della continuità del club. Helio Neto, difensore centrale di 32 anni, è stato invece l’ultimo ad essere salvato, quando ormai si pensava di non trovare più superstiti: è stato in coma indotto, ha subito operazioni al polmone, al ginocchio, al polso e cranio. Sta lavorando per tornare in campo e conta di riuscire a farlo nella prossima stagione, ma è più una sfida con se stesso che la prospettiva di una reale carriera nel calcio.

Jakson Follmann, portiere di 25 anni, al calcio professionistico non tornerà più perché ha subito l’amputazione della gamba destra. Oggi è ambasciatore del club nonché commentatore per Fox Sports Brasile e sta montando una clinica per amputati a Chapeco; nelle ultime settimane è riuscito a tornare ad allenarsi e sogna in un futuro di poter diventare un atleta paralimpico: “E’ ancora presto – ha spiegato Follmann – ma non mi pongo limiti, devo fare i conti con 13 fratture e ho ancora problemi alla caviglia; ma sono molto felice ed emozionato di continuare a rappresentare la mia squadra ed ho un’immagine positiva dei compagni che non ci sono più, li vedo sorridenti”.

A capo della delegazione della Chapecoense c’era il presidente Plinio De Nes Filho e Follmann che sono stati accolti dal presidente del museo Domenico Beccaria, dal direttore Giampaolo Muliari e dall’assessore di Grugliasco Raffaele Bianco che ha detto: “La storia della Chapecoense assomiglia molto a quella del grande Torino, nessuno è rimasto indifferente. Il calcio e lo sport in generale c’insegnano a vivere in comunità unite e solidali, per questo è importante raccontare ai ragazzi il destino di queste due squadre che hanno lasciato la storia per entrare nella leggenda”.

I brasiliani sono atterrati ieri pomeriggio a Caselle e si sono allenati a porte aperte nello Stadio Filadelfia. Domani mattina alle 11 la visita a Superga per rendere omaggio a capitan Mazzola e a tutto il grande Torino.

Massimo Bondì