Attualità - 22 agosto 2018, 12:30

Il Po quasi in secca in questo agosto caldissimo (FOTO)

I livelli del più grande fiume italiano sono scesi molto e questi giorni di grande caldo e assenza di precipitazioni dovrebbero peggiorare ancora la situazione. La preoccupazione di Coldiretti per gli effetti sull'agricoltura

Il Po quasi in secca in questo agosto caldissimo (FOTO)

Non siamo al livelli di guardia del Ponte della Becca, in provincia di Pavia, dove il Po è sceso oltre tre metri sotto lo zero idrometrico, ma anche a Torino il grande fiume in molti punti della città e della provincia è vicino alla secca.

La torrida estate del 2017 aveva portato i livelli delle acque ai minimi storici e pareva impossibile che, viste le piogge che si erano registrate nei mesi scorsi, si potessero ripetere certi fenomeni. Eppure, trascorso da poco il Ferragosto e vivendo in questi giorni il picco del caldo, che la breve pioggia di ieri pomeriggio ho solo allentato per qualche ora, a breve si potrebbero rivedere situazioni e immagini simili a quelle dello scorso anno.

C'è preoccupazione da parte soprattutto degli agricoltori, con il monitoraggio di Coldiretti sugli effetti del grande caldo e dell'assenza di precipitazioni, che lascia poco tranquilli, segnalando problemi anche per i laghi, che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 66% del Garda ad appena il 32% del lago Maggiore fino al 17% di quello di Como. "I livelli del Po e dei principali laghi, che si trovano tutti sotto le medie, sono rappresentativi – sottolinea Coldiretti - della situazione di difficoltà dei bacini idrografici, con torrenti e fiumi in calo".

"L’andamento anomalo di quest’anno conferma purtroppo i cambiamenti climatici in atto che si manifestano – prosegue Coldiretti – con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Le precipitazioni sono importanti per ristabilire le scorte idriche necessarie per l’estate, ma l’acqua, per poter essere assorbita dal terreno, deve cadere in modo continuo e non violento. Mentre quest’estate è stata segnata da violenti nubifragi e grandine si sono abbattuti a macchia di leopardo, facendo salire il conto dei danni nelle campagne ad oltre mezzo miliardo dall’inizio dell’anno".

E se nei campi si guarda con preoccupazione al cielo, per paura della grandine e dei danni irreversibili che provoca alle coltivazioni, anche in città o in provincia di Torino fa sempre un certo effetto vedere il basso livello del Po. Destinato, con molta probabilità, a scendere ancora.

Marco Panzarella e Massimo De Marzi

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