Non potevano cadere nel silenzio, le bordate a cinque cerchi arrivate ieri sulla linea che collega Roma a Torino (passando per Veneto e Lombardia). E così sono le imprese di tutto il territorio piemontese a far sentire la loro voce, affidando l'appello a Rete Imprese Italia.
Proprio la sigla che raccoglie gli appartenenti ad artigianato, commercio, turismo e servizi lancia quello che è definito senza mezzi termini un vero e proprio "grido d'allarme". "Le Olimpiadi 2026 sono un’occasione irrinunciabile per il rilancio dell’intera economia regionale e, per questo motivo, invitiamo le istituzioni piemontesi, a tutti i livelli, a compattarsi per garantire il coinvolgimento di Torino e, quindi, del Piemonte in un evento di portata mondiale".
"Auspichiamo - prosegue la nota ufficiale - che il Comune di Torino sappia responsabilmente esercitare il ruolo di leadership che compete al capoluogo di regione, a beneficio dell’intera comunità piemontese, accettando se necessario soluzioni di compromesso onde evitare di essere completamente tagliati fuori dall’organizzazione di una manifestazione sportiva dalle evidenti ricadute economiche".
E a questa iniziativa si sono aggiunge le due lettere indirizzate alla sindaca di Torino Chiara Appendino e al presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino dalla presidente di Ascom Torino e provincia, Maria Luisa Coppa, missive in cui si chiede che siano messi in atto tutti gli interventi possibili per riaprire spazi di trattativa dopo l’esclusione di Torino dalla candidatura olimpica. “Se tale esclusione fosse confermata – dichiara la presidente Coppa - sarebbe un’ulteriore penalizzazione per la Città e il mondo imprenditoriale e una grave perdita per il Paese". "Chiedo a tutti – conclude la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia - di gettare il cuore oltre l’ostacolo per restituire a Torino, la candidatura ai Giochi Olimpici 2026, una grande opportunità di crescita e sviluppo della Città e delle sue Valli".
E al coro di preoccupazioni si aggiungono anche i costruttori edili: "La politica rema contro la ripresa e questo atteggiamento è inspiegabile - dicono il presidente dell’Ance Torino, Antonio Mattio e dell’Ance Piemonte, Giuseppe Provvisiero -: senza investimenti e senza una programmazione adeguata, il futuro dei nostri territori è segnato, l’esclusione di Torino dai Giochi Olimpici 2026 dimostra ancora una volta che la politica non è in grado di sostenere lo sviluppo locale e, come sta facendo per la Torino-Lione, incrementa sentimenti anti-crescita, anti-impresa, anti-infrastrutture a discapito dell’occupazione, dello sviluppo e del benessere”.
Dello stesso tenore il commento di Alberto Barberis, presidente del Giovani imprenditori di Torino: "Arrendersi senza provarci è una tattica che non ci appartiene. Constatiamo con preoccupazione come, ancora una volta, le istituzioni locali e la politica non comprendano l'importanza delle ricadute sociali che un evento come le Olimpiadi Invernali avrebbe portato con sé. Non parlo solo di noi imprenditori ma soprattutto di quei cittadini che ancora oggi vedi girare in città indossando, con dignità e orgoglio, le divise dei volontari di Torino 2006. Un orgoglio nato dall’essersi sentiti parte attiva di un’occasione di rilancio dell’immagine della nostra Città, un orgoglio derivante dalla soddisfazione di aver fatto vedere al mondo un territorio spesso ai margini delle cronache. Quello stesso orgoglio che avrebbe nuovamente permesso a Torino di dimostrare quel coraggio e quella visione strategica che purtroppo manca ormai da troppo tempo. A Torino siamo sempre stati capaci di fare le cose difficili, mentre ora sembra che siamo diventati bravi a rendere difficili le cose semplici".