Dopo il successo della prima stagione, gli appuntamenti di Scintille riprendono e diventano rivoluzionari. Quali sono quelle idee o scoperte che hanno cambiato il nostro modo di vivere e lo stanno cambiando tutt’ora? Quali sono le rivoluzioni che ci stanno traghettando nel futuro?
A queste e a molte altre domande vuole rispondere Scintille – Le 4 rivoluzioni, il ciclo di incontri curato dal Prof. Juan Carlos De Martin, docente presso il Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino, Delegato del Rettore per la Cultura e la Comunicazione e Direttore del Nexa Center for Internet and Society, che vuole esplorare quattro importanti rivoluzioni tecnologiche stanno cambiando in profondità la nostra vita e ancor più promettono di farlo nei prossimi anni: si tratta delle rivoluzioni legate alle nanotecnologie, alla genetica, alle neuroscienze e alle tecnologie digitali. Quattro rivoluzioni intrecciate tra loro che influenzeranno in modi che adesso forse non ci sono ancora del tutto chiari non solo il nostro modo di vivere e di produrre, ma persino il nostro stesso corpo.
Per comprendere che cosa stia già capitando e per provare a delineare gli sviluppi futuri sono stati coinvolti quattro esperti di fama internazionale che durante gli incontri in OGR spiegheranno, in maniera divulgativa ma precisa, le quattro rivoluzioni, mettendo in evidenza sia i benefici attesi per l’umanità, sia i rischi legati a tali tecnologie, rischi da comprendere e controllare per tempo.
Il pubblico uscirà da ogni incontro con tante risposte e (speriamo) molte più domande; di certo uscirà con degli spunti di riflessione.
Alla fine del ciclo, si avrà una visione d’insieme dei grandi cambiamenti tecnologici del nostro tempo e dell’impatto che avranno sulla società.
Scintille è una delle colonne portanti del Public Program di OGR, il programma di incontri promosso dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT in collaborazione con OGR Torino per coinvolgere e dibattere, in maniera divulgativa e trasversale, argomenti legati alla cultura, all’arte e all’innovazione.
Si parte martedì 25 settembre alle 18 con l’incontro con il Prof. Mauro Giacca, Direttore Generale dell’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB), di Trieste, che affronterà il tema della Rivoluzione Genetica.
Sono passati solo poco più di 50 anni dalla scoperta del DNA quale molecola in cui risiede l’informazione ereditaria ma già medicina, linguaggio, economia e società sono largamente permeate dall’influenza della genetica. La scoperta che la struttura dei geni è conservata in virtualmente tutte le specie viventi sul pianeta e che il codice genetico, che regola il loro utilizzo, è ugualmente universale è affascinante e sorprendente. Ma ancora di più lo è la possibilità di usare l’informazione genetica per applicazioni tese a migliorare la medicina, l’agricoltura e la produzione di energia.
In ambito medico, la genetica oggi consente la predizione dello stato di malattia e la scelta di terapie personalizzate. La ricerca medica se ne avvale per generare animali geneticamente modificati, il cui utilizzo come modelli di malattia è inestimabile. In agricoltura, è possibile creare piante geneticamente modificate resistenti ai parassiti o capaci di sopportare condizioni climatiche avverse. Con le biotecnologie genetiche è altrettanto possibile utilizzare prodotti di scarto o organismi che crescono in grandi quantità come le alghe quale fonte di energia rinnovabile e pulita. Oppure farmaci da utilizzare per la terapia umana: sono più di 350 oggi quelli che già si possono trovare sugli scaffali delle farmacie, dall’insulina (il primo) fino ai più recenti anticorpi monoclonali per la terapia dei tumori. Fino a giungere anche ad applicazioni estreme, quali la creazione di animali umanizzati per ottenere organi simili a quelli umani, ottimi per i trapianti di rene, fegato e polmoni. Grazie alle manipolazioni genetiche è anche possibile generare virus modificati da utilizzare come navicelle per trasportare i geni. Così si curano alcune malattie ereditarie, come i difetti del sistema immunitario o le cecità congenite. Con grandi promesse anche per altre malattie ora incurabili ma molto diffuse, come il morbo di Alzheimer o l’infarto cardiaco.
Tutto questo accade non senza molti quesiti etici, morali e filosofici di non facile soluzione. Fino a che punto è giusto ingegnerizzare la natura? Dove porre il limite sottile tra il lecito e l’illecito? Come prevenire l’utilizzo dannoso o fraudolento delle tecnologie? E, infine dove depositare e come utilizzare l’informazione genetica privata di ciascun individuo? Quesiti, questi, tutti di difficile e sfaccettata interpretazione. Con un'unica certezza: che la loro risposta non può prescindere da un’informazione corretta, appropriata e misurata.