Politica - 19 settembre 2018, 18:38

Fallimento della candidatura unitaria per le Olimpiadi 2026, i commenti della politica

Da Forza Italia le critiche più dure verso la giunta Appendino. Molto severo anche il giudizio di Silvia Fregolent (Pd)

Dopo la fine della candidatura a tre di Torino, Milano e Cortina per le Olimpiadi invernali del 2026, si susseguono i commenti delle diverse forze politiche.

"Il fallimento della candidatura italiana unitaria per le Olimpiadi invernali 2026 è ascrivibile tutta al Movimento Cinque Stelle e al sindaco della Città Metropolitana di Torino Chiara Appendino". Ad affermarlo il deputato di Forza Italia Claudia Porchietto. Continua l'esponente azzurro: "Il problema del Movimento è che non riesce in alcun modo ad evolvere, metabolizzando che non è più partito d'opposizione ma forza di governo. Se sulle Olimpiadi a Roma la Raggi poteva sentirsi debole perché affiancata da un Governo nazionale a trazione Pd, oggi l'Appendino non ha giustificazioni potendo contare su un solido esecutivo amico".

"Il dramma per Torino e per l'Italia è essere guidati da ministri grillini che non sanno andare oltre alla retorica della polemica fine a se stessa e al proprio bacino elettorale. E questo vizio costerà parecchio ai torinesi se si pensa che, come sottolineato dal patron della Sestrieres Spa Giovanni Brasso il comprensorio è capace di dare lavoro in alta stagione fino a 3mila/4mila addetti e a generare incassi per 40milioni di euro. Un giro d'affari e di occupazione che parametrato ai maggiori flussi olimpici è evidente che farebbe da volano per le Valli olimpiche e per il capoluogo piemontese".

Conclude Porchietto: "Il Movimento predica tanto contro gli altri partiti ma alla fine puntualmente non accetta le sfide dei grandi eventi e delle grandi opere perché è convinta che farebbe peggio. Non ha il coraggio di sognare perché pensa la politica guardando al passato invece di proiettarla nel futuro. Questi anni di amministrazione Appendino non hanno lasciato nulla da ricordare ai torinesi: i pochi nastri tagliati sono retaggio delle decisioni delle vituperate amministrazioni passate ma in eredità non ne lascerà ai suoi successori. Perché per lasciare un'orma al proprio passaggio bisogna avere il coraggio di compiere qualche passo e non limitarsi a stare sul piedistallo a pontificare e giudicare gli altri. Torino è ferma, il Piemonte pure sempre più isolati da quelle città e regioni che trainano lo sviluppo del Paese e dell'Europa".

Questa, invece, la dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia: "L’esito fallimentare della candidatura olimpica di Torino non ha penalizzato soltanto il capoluogo, le sue attività economiche e le prospettive di crescita. Una penalizzazione per certi versi maggiore è toccata ai Comuni olimpici delle valli, e quindi al territorio piemontese nella sua interezza. Se Torino era, in solitudine o in abbinata con Milano e Cortina, il brand da spendere sul piano dell’immagine, è sui Comuni olimpici che si riversa il danno maggiore".

"Tutta l’impiantistica e l’indotto, cioè migliaia di posti di lavoro fino al 2026 e oltre, subiscono una terribile battuta d’arresto con danni economici incalcolabili. Questo è uno dei prezzi da pagare alla Città metropolitana e alla norma che vuole il capoluogo di Regione come guida e riferimento per gli altri Comuni. Nel caso in questione, i Comuni olimpici hanno dovuto patire le conseguenze di decisioni prese altrove. Forza Italia è vicina ai primi cittadini delle valli olimpiche ed è pronta a sostenerli nella loro eventuale decisione di rilanciare la loro candidatura".

"La vicenda della candidatura alle Olimpiadi Invernali 2026 è l’emblema dell’incompetenza e dell’inadeguatezza di Chiara Appendino e dell’amministrazione del M5S", sostiene invece Silvia Fregolent del Pd. "C’erano tutte le premesse per realizzare un sogno che Torino e le sue valli desideravano da anni, c’era l’opportunità di utilizzare impianti sportivi ed infrastrutture già pronte ed a costo contenuto, c’era l’occasione di riqualificare gran parte del tessuto urbano esistente e rilanciare economia ed occupazione. Soprattutto dopo una stagione di polemiche, fallimenti e rinunce ai grandi eventi ed alle manifestazioni di primo piano. Solo Calgary, che come Torino ha già ospitato una Olimpiade invernale, poteva essere infatti considerata una rivale con una candidatura forte ed autorevole".

"Purtroppo non è andata così: il progetto olimpico di Torino è partito con il piede sbagliato, nato fra mille polemiche interne alla stessa maggioranza grillina che si è subito opposta. In un contesto politico avverso dove il sindaco invece di scegliere una soluzione condivisa e partecipata ha agito da sola producendo scontento e rancori. In questo atteggiamento ambiguo mai convinto e ricco di perplessità si sono inseriti gli interessi del governo gialloverde con uno scambio, che già avevamo rivelato mesi fa, e che si è concretizzato in questi giorni: la candidatura delle Olimpiadi 2026 a Milano (e Cortina) per volere della Lega e lo stop alla Tav per accontentare il M5S in drammatica crisi di consensi".

"Torino è immobile da due anni: il simbolo dell’onda grillina Chiara Appendino è ormai l’immagine sbiadita e sfiduciata (dai cittadini e dai vertici stessi del Movimento) di una città metropolitana in crisi, abbandonata tragicamente dal governo nazionale: niente risorse per le periferie, ostaggio dei centri sociali e della microcriminalità nonostante i tweet di Salvini, flussi turistici a picco e nessun investimento. Persino i 61 milioni di euro di rimborsi statali del fondo Imu – Ici che per mesi Appendino aveva preteso dai governi precedenti non sono stati ancora chiesti a Di Maio".

"Ora che il padrone sta a Palazzo Chigi è meglio non avanzare reclami o forse aveva ragione il Pd quando diceva che la sentenza del Tar e del Consiglio di Stato, pur riconoscendo tale diritto, non aveva definito però né l’ammontare né le modalità di restituzione e che era quindi necessario un confronto sul merito tra governo e amministrazione comunale. La sindaca, come era successo in altre numerose occasioni a partire dalla tragica sera del 3 giugno 2016 a Piazza San Carlo, anche per la mancata candidatura olimpica ha dato la colpa agli altri. In questi mesi nonostante i numerosi avvisi di garanzia abbiamo sempre tenuto un rispetto istituzionale per la figura del primo cittadino".

"Questa volta chiediamo a Chiara Appendino uno scatto di orgoglio, abbandonata da tutti, abbia il coraggio e la dignità di dare finalmente le dimissioni e consentire a Torino di voltare pagina e ripartire".

c.s.