Attualità - 24 settembre 2018, 13:55

Parco dell’Arrivore: numerosi volontari all’opera per ripulirne una porzione

Abbandonata ormai a se stessa, l’importante area verde cittadina è stata ritrovata costellata di rifiuti, di cui quattro quintali sono stati eliminati

“Quartiere pulito”: non solo il nome di un progetto – quello ventennale della Procivicos –, ma anche una dichiarazione d’intenti, che ha coinvolto, nel weekend appena trascorso, i volontari della protezione civile della comunità di Scientology, in collaborazione con Legambiente Metropolitano, con lo scopo di ripulire un’area del Parco dell’Arrivore.

Tra le più importanti aree verdi della città di Torino, la zona è ormai abbandonata a se stessa, come si evince dalla grave condizione di degrado che la caratterizza. I volontari, infatti, a partire dall’ingresso in corso Giulio Cesare – all’altezza del ponte Ferdinando di Savoia, che attraversa il torrente Stura –, si sono ritrovati subito di fronte a cestini ricolmi di rifiuti, carte, bottiglie di vetro e plastica – nei prati e sotto le piante. Proseguendo, hanno, poi, incontrato tombini trasformati in vere e proprie discariche – privi dei coperchi, probabilmente sottratti, quindi minacce all’incolumità dei fruitori del parco stesso –, panchine malridotte e alberi utilizzati alla stregua di “gazebo”, per i barbecue domenicali, o “tetti”, per coloro che versano in situazioni indigenti.

Medesima situazione anche presso le sponde dello Stura, ritrovo di materassi, coperte, indumenti – segnalati all’AMIAT di zona – e, ancora, centinaia di bottiglie di vetro e di plastica e di lattine – di cui più di trecento sono state raccolte dai volontari attraverso pinzoni e ramazze ad hoc.

Una condizione tragica, dunque, dal momento che il Parco dell’Arrivore si presenta come una splendida area verde cittadina che, con il torrente Stura, offre un piacevole rifugio a varie specie di animali e uccelli, costretti a vivere, così, nel degrado causato dall’uomo.

Per tale motivo, quindi, i volontari hanno raccolto un totale di quattro quintali di rifiuti, di diverso tipo, in condizioni igieniche anche difficoltose per gli stessi, dato l’elevato quantitativo di detriti organici e la presenza di siringhe abbandonate.

Ma non è sufficiente: i volontari si sono, infatti, ripromessi di tornare ancora più numerosi, e nel più breve tempo possibile, sul luogo, al fine di proseguire nella bonifica dell’area e nella tutela di un importante patrimonio cittadino, mossi dalla speranza che “le autorità competenti si adoperino per ripristinare un bene comune maltrattato da pochi incivili”.

Roberta Scalise