Economia e lavoro - 27 settembre 2018, 18:17

Crac dei buoni pasto, la Qui Ticket si "reincarna" nella Più Buono e vince il lotto con i tagliandi Ticket Gemeaz

Aggiudicazione provvisoria in Piemonte e Val d'Aosta per la società che è partecipata al 95% dalla sua antenata fallita. Ascom sul piede di guerra: "La lezione non è servita, invitiamo i nostri associati a non firmare convenzioni"

Nuova puntata nella vicenda dei ticket-restaurant. Dopo le enormi difficoltà vissute dal marchio Qui Ticket, infatti, è la Società Più buono s.r.l. ad aver ottenuto l’aggiudicazione provvisoria del Lotto 2 dei Buoni Pasto della Pubblica Amministrazione, nelle Regioni del Piemonte e della Valla d’Aosta.

Una notizia che non può lasciare indifferenti i rappresentanti di Ascom, che da tempo si sono schierati in prima linea al fianco dei commercianti che si sono trovati loro malgrado coinvolti in questa vicenda spinosa, con numerosi incassi ancora da concretizzare. Non lascia indifferenti perché la società è partecipata al 95% dalla fallita Qui Group S.p.a. e si presenta ai pubblici esercizi, con il marchio Ticket Gemeaz, per la firma della convenzione ai fini di presentare la rete aderente alle committenti pubbliche di Torino e della nostra Regione.

Epat Torino e provincia  attraverso il suo presidente, Alessandro Mautino esprime preoccupazione e sconcerto: “Non è evidentemente bastata la tragica situazione in cui gli operatori si trovano con il fallimento milionario della Qui! Group S.p.a., se una Sua partecipata al 95% è legittimata da Consip a perfezionare gli appalti pubblici della nostra Regione. Tra l’altro lo sconto che Più Buono ha concesso a Consip e per essa alle pubbliche amministrazioni locali è del 22,81%, percentuale che calerà sulle spalle degli operatori, a titolo di commissione,”

“Inviteremo i nostri associati a non firmare le convenzioni - aggiunge Paolo Troccoli, vicepresidente Epat con delega ai buoni Pasto - ma è ormai chiaro che la Consip prescinde completamente dagli interessi degli operatori commerciali, che sono ormai solo l’anello debole del mercato dei buoni pasto”.

Massimiliano Sciullo