L’arte orientale continua ad essere di casa al Museo Garda che ospiterà, dal 19 al 21 ottobre, “Ikebana-la via dei fiori”, la mostra di portata internazionale, realizzata con il contributo della Fondazione CRT e della Fondazione Guelpa, con il patrocinio del Consolato Generale del Giappone in Italia e della Regione Piemonte.
Artisti della scuola Wafu Kai di Ivrea guidata da Ingrid Galvagni Tosei, le scuole Ohara di Milano, Kagei Adachi di Zurigo, Sogetsu di Roma, Firenze, Venezia e Merano, e Ichiyo di Ginevra, insieme per la prima volta in Italia, esporranno le loro ikebana al museo civico P.A. Garda.
Ospite d’onore della mostra sarà Geneviève Kokera Ausenda, Grand Master Ohara, che, per tutta la sua vita con grande passione e impegno, ha contribuito a diffondere l’arte dell’ikebana. Un valore aggiunto di rilievo sarà offerto dalle immagini di Nicola Galvagni, fotoreporter italiano che vive e lavora a Parigi.
L’ikebana, l'arte giapponese di disporre i fiori, s’identifica con la rappresentazione simbolica della natura, del suo ciclo vegetativo e dell’alternarsi delle stagioni. La parola Ikebana significa “rendere visibile la vita dei fiori“. Gli elementi principali che compongono un ikebana sono tre: l’acqua, i ve-getali ed i recipienti che possono essere di diversa natura: ceramica, vetro, raku, legno e materiali plastici e metallici e rappresentano un elemento molto importante, tant’è che alcuni artisti nell’arte dell’ikebana sono anche ceramisti o collezionisti di vasi di pregevole fattura.
Le origini dell’ikebana si fanno risalire al VI-VII secolo d.C. Se ne ha memoria dall’epoca di Ono no Imoko, un ambasciatore che fu inviato presso la corte imperiale cinese e che, impressionato dalla bellezza dei giardini e delle offerte floreali nei templi, al suo rientro in patria si ritirò sulle colline di Kyoto e divenne monaco, trasformando la spontanea e semplice offerta floreale al Buddha in una vera e propria forma d’arte.
Nella seconda metà del XV secolo fu il monaco Senkei Ikenobo a cogliere, con ancora superiore sensibilità artistica, gli insegnamenti del suo illustre predecessore. La sua fama era tale che ri-chiamava nel suo tempio di Kyoto pellegrini da tutto il Giappone. Decise così di fondare una pro-pria scuola sull’arte della composizione floreale che, in origine, era praticata esclusivamente da monaci e da nobili e, solo in un secondo momento, si diffuse trasversalmente in tutti i ceti con il nome di ikebana.
In una fase successiva si svilupparono in Giappone molte altre scuole ognuna con il proprio stile.