La Asti-Cuneo? Non la finiranno mai. La Tav? Non la si deve fare. Il Terzo Valico? Manco a parlarne. Che bello.
Vivremo completamente isolati dal resto del mondo e i nostri figli cresceranno nel villaggio di Asterix, protagonisti di quella decrescita felice che alcuni nostri governanti sognano da sempre.
Le infrastrutture? Sono solo un magna magna, una mangiatoia. I viadotti e i ponti? Meglio non farli perché poi crollano. I tunnel? Apriti cielo, servono solo a tirar fuori amianto e veleni dalle montagne. Meglio tornare alle carrozze trainate dai cavalli. Solo fantasie o barzellette? Non proprio.
Non sono un esperto e – in genere - non mi piace schierarmi con risolutezza da una parte o dall’ altra. Sono convinto che spesso - di fronte a qualsiasi progetto - ci siano ragioni vere e interessanti sia da chi sostiene il sì, sia da chi è per il no. Quello che invece non accetto è che di fronte a certi progetti di così grande importanza per il futuro, tutto debba essere affidato unicamente all’ analisi costi-benefici. Sono sicuro che guardando soltanto le spese e i ritorni immediati uno statista come Cavour non avrebbe mai finanziato con 70 milioni di lire nel 1870 il traforo del Frejus e oggi noi raggiungeremmo la Francia forse solo attraverso il Colle del Monginevro.
Tutti i politici, tutti gli amministratori, chiunque abbia qualche responsabilità di governo si metta una mano sulla coscienza. Pensi al futuro dei nostri figli. A Cuneo, come in Francia, io posso ancora arrivarci con le attuali tempistiche (a volte insopportabili) ma per le future generazioni servono sbocchi, collegamenti rapidi con l’ Europa e il mondo.
Altrimenti vivranno nel villaggio di Asterix, decrescitamente felici