Cultura e spettacoli - 10 novembre 2018, 10:01

Diventare felici un mattoncino alla volta: i Lego di Sawaya, inno alla creatività [FOTO]

La mostra "The Art of the Brick" alla Promotrice delle Belle Arti, fino al 24 febbraio 2019, conta 80 opere dell'artista

"Facevo l'avvocato, ma mi sono presto reso conto di quanto mi trovassi molto più a mio agio seduto per terra, a creare sculture, anziché sulla poltrona di un consiglio di amministrazione a negoziare accordi". Così Nathan Sawaya, nato a Washington nel 1973, racconta il salto che gli ha cambiato la vita: da un posto sicuro in mezzo alle scartoffie alla libertà della vita d'artista, sempre a caccia d'ispirazione in giro per la città, forte di essere stato il primo al mondo a dedicarsi a un'impresa del genere. Una collezione di opere realizzate interamente con i mattoncini Lego, uno dei giochi più amati dai bambini di tutti i tempi, ora eletti a mezzo d'espressione artistica. 

"I miei conflitti personali e i miei timori - spiega l'artista - si sono incontrati con il profondo desiderio di raggiungere la felicità totale e mi hanno aperto la strada verso la decisione di dedicarmi all'arte a tempo pieno". Una scelta che l'ha condotto a realizzare già cinque mostre itineranti per tutto il mondo: la versione ora approdata alla Promotrice delle Belle Arti di Torino è in assoluto la prima in Italia (aperta al pubblico da oggi fino al 24 febbraio 2019). 

Apre l'esposizione "Division", una riflessione su due emozioni fortissime che sempre ci trainano nella vita: speranza e disperazione. "Come quando Pandora ha aperto il vaso portando il caos nel mondo, alla fine c'era ancora speranza. E' sempre lì, sempre presente, è la luce in fondo al tunnel". Un'installazione maestosa, con tante mane che fuoriescono da un fiume rosso, protese verso l'alto, dove volano leggiadri corpi bianchi e celesti. 

L'allestimento è poi suddiviso in diverse sezioni che illustrano i campi prediletti da Sawaya. Al centro del suo interesse, sicuramente, il corpo e l'animo umano: "Molte delle mie opere - racconta - ricordano figure in transizione che rappresentano la metamorfosi vissuta nella mia vita. Nascono dalle mie paure e dai miei traguardi". Ecco allora che "Gray" testimonia il cambiamento radicale di stile di vita, con il coraggio di uscire allo scoperto e rivelarsi al mondo come artista consapevole. O, ancora, "Yellow", forse la sua opera più celebre: un messaggio di catarsi benefica per adulti e bambini, un'apertura interiore alla vita. O "Grasp", la "stretta": "qualunque sia il tuo desiderio nascosto, ci sarà sempre qualcuno o qualcosa che ti frenerà, impedendoti di buttarti. Il vero cambiamento sta nel trovare la forza di oltrepassare i propri limiti e strapparsi di dosso le catene sociali".

Estremamente suggestivo l'omaggio alle grandi opere di artisti celebri, tra cui spiccano "Il bacio" di Klimt, la "Notte stellata" di Van Gogh, "L'urlo" di Munch e "La ragazza con l'orecchino di perla" di Vermeer. E non mancano delle grosse novità, rispetto alla precedente produzione di Sawaya: l'enorme Testa Moai, costruita con 75.450 pezzi, che riproduce una delle sculture presenti sull'Isola di Pasqua ("la più grande opera che abbia mai realizzato, ci sono voluti mesi", dice l'artista), e il T-Rex a grandezza naturale che chiude il percorso di visita, prima di congedare il pubblico con lo spazio interattivo pieno di lego da montare a proprio piacimento, per la gioia dei più piccoli e non solo. 

Manuela Marascio