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Economia e lavoro | 18 novembre 2018, 11:08

L'altra faccia del 4.0: quando la minaccia per le aziende arriva dal Web

Con l'uso delle nuove tecnologie aumentano anche i rischi per le aziende esposte su Internet. "Serve consapevolezza e conoscenza: il 67% degli attacchi va a segno per errori umani di chi dovrebbe difendersi"

L'altra faccia del 4.0: quando la minaccia per le aziende arriva dal Web

Non solo la concorrenza (più o meno leale) dei competitor a livello globale. Spesso le imprese devono fare fronte anche un'altra tipologia di insidia: quello degli attacchi informatici.

Un magma spesso sfuggente, che dal possesso dei dati più del denaro trae potere, anche grazie allo scudo dell'anonimato e della transnazionalità degli strumenti. "Un maggiore utilizzo delle tecnologie digitali - ammonisce Massimiliano Cipolletta, vicepresidente dell'Unione Industriale di Torino e presidente gruppo ICT - è inevitabile che debba creacere anche la consapevolezza e la presa di contromisure contro i rischi connessi".

"Nel 2018 il 67% degli attacchi riusciti è dovuto a errore umano, mancanza di contromisure, piuttosto che a sistemi sofisticati di attacco. E a fronte di grandi sforzi, anche economici, si rischia di sprecare molte risorse". E i numeri parlano di un cybercrime che pesa per il 76% degli attacchi complessivi, in crescita del 14% sul 2016. I costi generati si sono quintuplicati (500 miliardi di dollari nel 2017), con almeno 180 miliardi persi a causa delle varie forme di truffa.

Ma accanto al "cosa", c'è anche il "come" a influire: "Spesso non si sa nemmeno come intervenire in queste situazioni - prosegue Cipolletta -, mentre bisogna far passare il concetto che non è una questione di se, ma di quando l'attacco informatico potrà arrivare. Spesso non si ha nemmeno consapevolezza dei motivi per cui si possa essere appetibili: spesso sono dati, a volte anche slegati dall'attività principale che viene svolta dall'azienda".

Al fianco delle imprese, però, si schiera la Polizia Postale, che dalla sicurezza di uffici postali e spedizioni, ora si occupa anche delle reti di comunicazione. E da qualche tempo è stato sottoscritto un protocollo proprio tra l'Unione industriale e il compartimento della polizia postale hanno siglato oggi a Torino.

L'accordo, che ha una durata triennale, ha come obiettivo la condivisione e all'analisi delle informazioni per prevenire e contrastare attacchi e danneggiamenti alle infrastrutture informatiche dell'Unione Industriale e delle sue aziende associate. Il protocollo prevede anche attività formative e la realizzazione di apposite tecnologie. 

"La sicurezza non è un prodotto, ma un processo - ammonisce Fabiola Silvestri, dirigente della Polizia Postale - e serve una parte proattiva da parte di chi è coinvolto. Essere firmati e informati può portarci a prevenire. Non essere informati può diventare un pericolo".

Massimiliano Sciullo

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