Ri-conoscere per cambiare. Questo lo slogan ideato dal Telefono Rosa Piemonte di Torino per una serie parallela di iniziative, tra le quali il convegno del 23 novembre 2018 a partire dalle 9 presso il Campus Einaudi in Lungo Dora Siena 100 a Torino, realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino, il Politecnico di Torino, il Comitato Unico di Garanzia, il Cirsde.
Titolo emblematico: riconoscere i temi legati alla violenza di genere e affrontarli quindi con le giuste strategie.
Ma anche un invito esplicito alle donne e agli uomini in generale. Per le donne, significa non considerare un insulto o un ceffone come improvvisi momenti di rabbia, di “raptus” in realtà inesistenti: perchè a quei comportamenti potrebbe seguire una escalation il cui esito potrebbe rivelarsi letale, come troppo spesso vediamo.
Anche e specialmente per gli uomini, significa riprendere consapevolezza del fatto che qualunque atteggiamento aggressivo, prevaricatore, violento, non è un evento occasionale e marginale, ma l’inizio di un processo rovinoso.
E’ un 25 novembre che conta ancora troppe donne morte ammazzate: ma conta anche migliaia di donne che i centri antiviolenza accolgono dopo anni di sofferenza, spesso condivisa con i figli, anche molto piccoli, incolpevoli portatori dei danni immensi della violenza assistita.
Chiediamo una diversa narrazione del fenomeno nelle cronache giornalistiche: chiediamo un supporto concreto da parte di enti e istituzioni; chiediamo che ogni donna dopo lo svelamento della violenza non venga lasciata ostaggio della paura, ma abbia l’ascolto e l’attenzione del sistema di accoglienza, ma pure della giustizia e dei servizi sociali.
Chiediamo azioni concrete di prevenzione, per non continuare a osservare ciò che avviene dopo la violenza, ma agire per fermarla prima.
E tutto questo perchè l’antidoto alla violenza non è la conciliazione ma l’assunzione di responsabilità di chi la commette.