"La bocciatura da parte dell'Unione Europea pesa come un macigno: ora il governo deve tornare alla responsabilità e al dialogo sociale". E' un giudizio severo, quello arrivato stamattina da Torino e per voce dei tre sindacati confederali, per quanto riguarda la legge di Bilancio che l'esecutivo grillino-leghista sta compilando in queste settimane, riscuotendo non pochi malumori e reazioni dei mercati piuttosto negative.
A esprimere questa valutazione sono stati i circa 500 tra delegati e pensionati i partecipanti, questa mattina presso il Qualys hotel Royal di Torino, all'Attivo unitario di Cgil, Cisl e Uil per l'area Metropolitana di Torino.
Oggetto della riunione, appunto, la piattaforma unitaria che le tre maggiori sigle sindacali hanno elaborato per quanto riguarda la legge di Bilancio 2019 che non pochi grattacapi sta creando a livello di governo e d'Europa.
In questi giorni sono in programma, in tutta la regione, 6 attivi unitari territoriali e numerose assemblee di Cgil Cisl Uil nei posti di lavoro per l’illustrazione della piattaforma e delle proposte su crescita e sviluppo del Paese.
La riunione di Torino - presieduta dalla segretaria generale della Cgil Torino, Enrica Valfrè - è stata aperta dalla relazione introduttiva del segretario organizzativo Uil Mauro Casucci e conclusa dal Segretario generale aggiunto della Cisl nazionale, Luigi Sbarra.
Ed è stato proprio Sbarra a scandire la condanna verso le mosse che il governo sta mettendo in campo a livello economico-finanziario. "Lo scenario ora si fa davvero pericoloso e richiede un cambio radicale da parte del Governo. Alzare i toni contro improbabili complotti è l'esatto contrario di quello che serve. Si rischia di giocare con il fuoco, anche perché la procedura di infrazione si aggiunge a un quadro economico preoccupante”.
Nel mirino dei sindacati, in particolare, le risorse, “oggi dilapidate quasi esclusivamente in spese correnti, vanno invece orientate e qualificate per innalzare la crescita e far calare quell’indebitamento che oggi ci condanna di fronte a tutti gli Stati europei”. “E' urgente che la Manovra cambi: non va sprecato altro tempo e dato un impulso agli investimenti produttivi su occupazione, politiche industriali, grandi e medie opere infrastrutturali. Dobbiamo riqualificare le reti materiali, logiche e sociali del nostro Paese”.
Per Sbarra, infine, la strada “non è quella del solo Reddito di Cittadinanza, che rischia di diventare una leva dal sapore assistenzialista, specialmente nel Mezzogiorno, dove il lavoro va generato e non solo aspettato: vanno create le condizioni perché riparta produzione e consumo”. E quindi “alleggerire il carico fiscale sui redditi medio-bassi da lavoro e da pensione per fare coesione e stimolare la domanda interna, onorare i rinnovi dei contratti pubblici ben oltre le briciole che lascia questa Finanziaria (e i medici oggi in piazza anche a Torino ne sanno qualcosa) e rilanciare i servizi per la non autosufficienza”. La famigerata quota 100 "è poco più di uno slogan, una base su cui avviare un confronto vero e strutturato con il sindacato”.