Economia e lavoro - 11 dicembre 2018, 17:02

Hag-Splendid come Embraco, il caso arriva al Parlamento Europeo. Tajani: "Decisione di JDE non può seguire solo il profitto"

Una delegazione di lavoratori dello stabilimento di Andezeno è stata ricevuta a Strasburgo. Il presidente: "Contatterò i vertici della multinazionale per capire come mai se ne vanno se i conti sono in attivo". Cirio: "Prima dei conti viene la vita e il lavoro di tante famiglie"

Anche i lavoratori dello stabilimento di Andezeno di Hag e Splendid, come prima di loro avevano fatto quelli di Embraco, sono arrivati fino a Strasburgo - negli uffici del Parlamento Europeo - per far sentire il grido di dolore di un pezzo di produzione torinese che sembra destinato a valicare i confini senza più fare ritorno.

E' stato così un caffè dal retrogusto decisamente amaro quello che hanno "servito" oggi una delegazioni di lavoratori che, a partire dal 31 gennaio, vedranno chiudere i battenti della fabbrica in cui lavorano 57 persone. Come è ormai noto, la proprietà - il gruppo olandese Jde - ha annunciato la decisione di spostare la produzione in altri paesi europei. E nei giorni scorsi è stato firmato l'accordo che prevede incentivi all'esodo, trasferimenti, oppure jobplacement e formazione. Ma quel che è certo, è che quel che è stato non tornerà più. E Torino (con la sua provincia) perderà un'altra eccellenza.
La delegazione di lavoratori è stata accompagnata dal consigliere comunale di Chieri Rachele Sacco. Presenti in segno di solidarietà proprio alcuni dipendenti della ex Embraco di Riva di Chieri.

«Mi metterò in contatto con la multinazionale proprietaria della Splendid per farci spiegare perché se ne vanno se l’azienda è in attivo - ha detto il presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani, incontrando a Strasburgo la delegazione di lavoratori -. È giusto che debba esserci il profitto da parte delle imprese, ma ricordiamoci che la stella polare della nostra economia europea si chiama economia sociale di mercato. Bene il mercato, ma deve esserci anche una politica sociale». 

«Questo è l'ennesimo caso di delocalizzazione di un brand italiano all’estero - sottolinea l’eurodeputato Alberto Cirio -. Non si può pensare di venire in Italia a comprare le nostre aziende e poi portare la produzione altrove tenendosi il marchio italiano. Caffè Splendid come Pernigotti nell’immaginario collettivo dei consumatori sono associati  all’Italia e in Italia deve restare la produzione. Questo è il percorso di difesa del “made in”: significa che se un prodotto nasce in un luogo è in quel luogo che la sua produzione deve rimanere. È comprensibile che in momenti di crisi si delocalizzi per cercare la sopravvivenza dell’azienda, ma non è il caso della Splendid. Prima del profitto viene la vita e il lavoro di tante famiglie piemontesi ed italiane».

«L’assurdità è che il 25 settembre siamo andati a discutere il premio di produzione e ci siamo ritrovati 57 lettere di licenziamento - ha spiegato il rappresentante dei lavoratori, Andrea Errico, Rsu Uila -. Lo stabilimento di Andezeno ha 60 anni di storia ed è un’eccellenza con un assenteismo bassissimo e un alto livello non solo di professionalità, ma anche di sicurezza, tanto che a luglio abbiamo festeggiato ancora una volta i "mille giorni sicuri” con zero infortuni. Noi speriamo che dall’Europa possa arrivare un nuovo input a questa vicenda, che caffè Splendid e Hag rimangano ad Andezeno e i lavoratori possano tornare nello stabilimento a produrre con la stessa qualità ed efficienza due prodotti che sono a pieno titolo simbolo del made in Italy».

«Questi lavoratori non rappresentano solo il Chierese, il Piemonte o l’Italia. Sono lavoratori europei e quindi tutta l’Europa ha il dovere di tutelarli - sottolinea Rachele Sacco -. L’azienda, oltre a scegliere di delocalizzare, ha messo addirittura il veto sulla possibilità che dei competitor acquisiscano lo stabilimento di Andezeno. Chiediamo che l’Ue intervenga, affinché Jde faccia un passo indietro».

Massimiliano Sciullo