Così come per la musica, l’arte, il cinema e la moda, anche la cucina ha attraversato diversi cambiamenti nel corso del tempo, ha seguito le mode e ha avuto i suoi trend. Ogni epoca ha avuto tanti piatti memorabili, alcuni perché apprezzati, divenuti dei classici cucinati ancora adesso, e altri invece… degli esperimenti che sarebbe meglio dimenticare. Uno dei decenni che in assoluto ha lasciato più il segno nel nostro secolo, spesso protagonista di revival e di omaggi nostalgici un po’ in tutti i campi dell’arte, è senza dubbio quello dei mitici anni ’80!
Se si pensa alla cucina degli anni ’80, il primo piatto che ci verrebbe in mente sarebbe sicuramente la ricetta dei cocktail di gamberi, simbolo della cucina di quegli anni, piatto forte di un’epoca, divenuto un classico intramontabile che è molto apprezzato ancora oggi.
Era l’antipasto di punta di quegli anni, presente sulle tavole di tutti coloro che volevano fare un figurone in occasione di un party, di una festività, come ad esempio il cenone di Capodanno, conosciuto e preparato ai quattro angoli del globo.
Ancora adesso piace praticamente a tutti, perché gustoso e fresco, spesso ancora oggi lo si trova nei menù di ristoranti di ogni tipo, preparato in modo tradizionale ma più spesso rivisitato in chiave moderna, magari sotto forma di finger food, servito in cucchiai, bicchierini o cestini di pasta sfoglia.
Ma quali sono gli altri “pezzi forti” di un menù in perfetto stile anni ’80?
Gli anni ’80 sono stati gli anni delle esagerazioni, degli eccessi e dell’abbondanza un po’ in ogni aspetto della vita, e la cucina non è stata da meno. È facile capirlo già solo dagli antipasti, in cui la parola d’ordine sembra essere: maionese!
Non solo nel cocktail di gamberi, la maionese è l’ingrediente principale anche per un altro antipasto intramontabile in voga negli anni ’80: l’insalata russa!
Preparata con verdure lesse sì, ma poi sommerse anche queste nella maionese; non era certo ancora l’epoca in cui ci si preoccupava delle diete o dell’equilibrio degli elementi nel piatto.
Una volta preparata veniva riposta con cura in enormi vassoi da portata, da decorare con altra maionese, direttamente dal tubetto, con listarelle di verdure, che per le festività natalizie servivano a comporre l’abete di Natale.
Spesso campeggiavano sulle copertine delle riviste di cucina più “in”, sono le mezze uova sode con crema di tonno e maionese, spesso banco di prova della creatività delle nostre mamme e nonne, insieme ai vol au vent e alle tartine: quadratini o triangolini di pane da tramezzino, con sopra qualsiasi cosa… più, ovviamente, una bella spalmata di maionese.
Se per gli antipasti era d’obbligo la maionese, per quanto riguarda i primi la parola d’ordine invece sembrava essere… panna!
Negli anni ’80 a quanto pare vi era una passione smodata per tutto ciò che era cremoso e candido, d’obbligo in ogni piatto erano cucchiaiate oltre che di maionese, anche di panna o besciamella.
Tra i primi piatti, le più amate erano sicuramente le pennette alla vodka che ora però non godono più di grande stima. Negli anni la ricetta è stata arricchita con la pancetta e con un tocco piccante dato dal peperoncino, nel tentativo di dargli quel qualcosa in più.
Altro evergreen, questa volta della cucina di tutti i giorni piuttosto che delle festività, erano i tortellini panna, prosciutto e piselli che, a dire la verità, sono piuttosto diffusi ancora oggi vista la velocità e la semplicità della preparazione e, per questo, spesso sono il cavallo di battaglia di tanti studenti fuori sede!
Non mancavano certo alcuni tentativi di cucina “esotica”, con il risotto alle fragole, persino in inverno, addirittura proposto come piatto forte per il cenone di Capodanno, in alternativa al risotto allo champagne, per chi sperava in un risultato super chic!
La maionese, onnipresente negli antipasti, non ci abbandona nemmeno passando ai secondi di carne, ne è un esempio il vitello tonnato, preparato spessissimo in occasione di compleanni, festicciole in casa, picnic e onnipresente nei buffet di villaggi vacanze e hotel, grazie all’innegabile vantaggio di poter essere consumato freddo.
Una pietanza di quel decennio, della quale si è deciso di fare a meno è l’aspic. Delle vere e proprie sculture, opere architettoniche di gelatina trasparente che “inglobavano” qualsiasi ingrediente: pollo, verdure, pesce, praticamente tutto. Non si sa perché fosse così popolare all’epoca: voglia di esibizionismo? Ricerca dell’ostentazione culinaria ad ogni costo?
Infine, i dessert, quelli che andavano per la maggiore nei favolosi anni ’80 erano senza dubbio la panna cotta e i profiterole, che ancora resistono e sono tra i dolci più proposti nei menu dei ristoranti, e il banana split, ricoperta di cioccolata e panna, solo per i più impavidi!
Una cucina ricca e stravagante quella degli anni ‘80, elaborata e anche un po’ caotica, nata forse in contrapposizione rispetto alla più ricercata Nouvelle Cuisine degli anni ’70 e che ancora non sapeva cosa fosse la leggerezza e la sostenibilità. Nonostante questo, però, manca a molti, anche a coloro che gli anni ’80 in realtà non li hanno davvero vissuti.