Politica - 19 dicembre 2018, 13:41

Nosiglia contro Salvini: "A Natale Dio ci ha dato una persona da accogliere: non deve importarci se è 'dei nostri'"

È il messaggio che l'Arcivescovo di Torino ha voluto lanciare durante il tradizionale scambio degli auguri

"Con il Natale Dio non ci ha dato dei regali e dei beni, ma una persona da riconoscere, accogliere e aiutare: non deve importarci se è “dei nostri” o meno, della nostra famiglia, religione e città o paese". È questo il messaggio che ha voluto lanciare l'Arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, durante il tradizionale scambio degli auguri natalizi. Parole simili a quelle espresse negli scorsi mesi dai principali quotidiani cattolici, di critica nei confronti delle politiche di accoglienza messe in atto da questo governo e verso il pensiero-slogan di Salvini "prima gli italiani".

Stranieri che fanno parte del "Presepe" - la serie di incontri promossi da Nosiglia nelle festività natalizie - insieme a "poveri, malati e in condizioni di vita difficile". Tra questi "i 30 immigrati accolti qui in Vescovado, i 25 minori immigrati a San Mauro, gli immigrati alla Città dei ragazzi  (circa cinquanta persone accolte in diverse case), famiglie di immigrati ospitate all'ex seminario di via Cappelverde (otto famiglie), i rifugiati di via Salette." Ed è propria questa rete che rischia di essere messa in crisi dalle politiche del ministro dell'Interno Matteo Salvini.

"Se non si ha la possibilità dell'accoglienza - ha spiegato Nosiglia - ma anche dell'inclusione sociale, aumenta la folla dei clandestini ed è pericoloso. Qui a Torino gli stranieri che noi ospitiamo sono diverse centinaia". "Gesù - ha sottolineato l'Arcivescovo di Torino - è venuto per insegnarci una via migliore: quella di allargare i confini della nostra casa, famiglia, patria e cultura a tutti coloro che chiamiamo nostro prossimo, rompendo steccati consolidati e superando divisioni di ogni genere".

"Questa - ha evidenziato - è la via che può condurre la nostra città e il suo territorio a superare la sfiducia che come una nebbia avvolge la vita di tanti suoi abitanti e che porta a chiudersi in se stessi e ad avere paura del futuro incerto che sembra incombere su di noi." "Per reagire a questa apatia occorre operare insieme riconoscendo ad ogni cittadino il valore che ha e che può investire nella comunità. Di questo la Chiesa, le istituzioni, le realtà culturali e sociali, il mondo delle imprese e del lavoro, il volontariato sono chiamati a farsi carico per ridare slancio e speranza, intraprendenza e innovazione che hanno sempre caratterizzato il suo percorso e ne hanno fatto un modello per l’intero Paese.", ha concluso Nosiglia.

Cinzia Gatti