"Nelle carceri piemontesi ci sono ben 273 posti non disponibili per problematiche strutturali e igieniche: si tratta della dimensione di un penitenziario di media grandezza. Prima di ipotizzare la costruzione di nuovi strutture sarebbe più opportuno e economico intervenire sull'esistente e renderlo così disponibile". A lanciare l'allarme è il Garante Regionale dei detenuti Bruno Mellano, in occasione della presentazione del dossier sulle criticità 2018 negli istituti penitenziari del Piemonte e sulle priorità per il 2019.
"Nella maggior parte dei casi - ha spiegato Mellano - abbiamo registrato un'insufficienza di spazi dedicati alla socialità, all'incontro fra i detenuti e le loro famiglie, a locali per attività scolastiche, formative e lavorative". "A questa grave mancanza strutturale - ha aggiunto - si potrebbe fare fronte attraverso appunto il recupero degli spazi inutilizzati, utilizzando la mano d'opera degli stessi detenuti per adeguarsi in tempi rapidi, a costi bassi e assolutamente sostenibili".
Nei 13 istituti penitenziari della nostra regione ci sono 4.468 persone, la capienza regolamentare è di 3.976 posti , ma quelli disponibili sono 3.703, con un tasso di sovraffollamento del 120,65%.
Casi emblematici di mancato utilizzo sono le strutture di Alba, Biella ed Ivrea.
"L'Istituto albese, - ha commentato il garante Alessandro Prandi - chiuso tre anni fa per un'epidemia di legionella e poi riaperto parzialmente a giugno 2017, attende da tempo chiarezza sui lavori di rifacimento dell'impianto idrico per tornare a piena operatività: la capienza regolamentare è di 142 posti, ma all'interno sono presenti solo 46 detenuti su 33 posti disponibili".
Oltre alla mancanza di spazi, ha aggiunto Mellano, c'è una carenza di "mediatori, interpreti, educatori e direttori".
Il 2018 ha fatto poi segnare il record negativo, degli ultimi dieci anni, per numero di suicidi: su 144 morti, ben 66 sono detenuti che hanno deciso di togliersi la vita.