Un racconto per immagini della vita dei senzatetto, con la precisione documentaristica e l’empatia di chi in quel mondo vi è completamente immerso. Così l’associazione Opportunanda ha celebrato la fine dell’anno alla Casa del Quartiere di San Salvario, territorio in cui porta avanti la sua attività di volontariato dal 1995.
La mostra “Homelessness”, attraverso foto e video, ha voluto dare forma ed espressione allo stato di una persona che si ritrovi improvvisamente senza dimora per le motivazioni più diverse. Intendendo con “casa” non solo la fisicità di un edificio, ma tutto l’insieme di elementi capaci di trasmettere protezione, accoglienza, calore.
“Abbiamo scelto il titolo in inglese perché in italiano non esiste un termine analogo che indichi questa condizione”, spiega la curatrice del progetto, Eleonora Santhià, che sta svolgendo il servizio civile per Opportunanda. L’esposizione, allestita a inizio dicembre nei locali di via Morgari, ha raccolto i momenti quotidiani dei senzatetto a Torino: scatti rubati alla vita in strada, ma anche la rappresentazione dei vari passaggi burocratici che attraversa chi riceve assistenza nei luoghi dedicati, dai dormitori alle mense. “Quest’anno, per la prima volta, abbiamo voluto organizzare la festa finale alla Casa del Quartiere”, racconta Eleonora, “perché cerchiamo il più possibile di creare relazioni con gli altri enti del territorio. Lo scopo del nostro percorso espositivo era di raccontare l’evoluzione di un senza dimora quando incontra i servizi assistenziali”.
E se la sede operativa resta a San Salvario, in via Sant’Anselmo 21, le persone che frequentano l’associazione provengono in realtà da tutta Torino. Tanti i servizi offerti: un centro d’ascolto per parlare a tu per tu con un operatore per qualsiasi richiesta, che faccia da ponte con i servizi sociali di riferimento; le convivenze guidate, all’interno di quattro alloggi con quattordici posti letto in totale, dove le persone in attesa di assegnazione di una casa popolare ritrovano i ritmi e la serenità di un luogo sicuro e accogliente. E il conseguente sostegno abitativo quando si ottengono le chiavi di una nuova dimora in cui vivere.
Fondamentale, poi, il centro diurno, aperto dal 2001, vero luogo di riparo per senzatetto italiani e stranieri: “qui la porta è aperta a tutti”, spiegano i volontari di Opportunanda, “c’è la possibilità di fare colazione, chiedere informazioni e passare il tempo con alcune attività di svago. Spesso diventa un primo passo per conoscere risorse e possibilità, rimettersi in gioco. Contiamo oltre 2000 persone all’anno, in maggioranza uomini, con più di 30 mila passaggi; quasi il 70% sono cittadini stranieri”. Nei locali del centro diurno, al pomeriggio, si svolgono diverse attività per socializzare e sviluppare abilità “dimenticate”, come il laboratorio di cucina e di cucito e il gruppo di canto. “Ciascuno è libero di entrare per ripararsi dal freddo in inverno o dal caldo in estate, senza l’obbligo di mostrare alcun documento. Al mattino si mangiano tè e biscotti, poi si può giocare a carte, guardare le televisione, leggere libri”.
Una realtà, quella di Opportunanda, che ha ricevuto negli anni il supporto di Comune, Asl, Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, entrando a far parte dell’Agenzia per lo Sviluppo di San Salvario. Continua così la sua opera legata a tutte le realtà di volontariato e impegno civile sui temi della cittadinanza e della solidarietà, in una rete che costituisce l’asse portante di un nuovo modo di intendere i diritti per tutti, a cominciare da chi è più in difficoltà.
Come da abitudine, nelle giornate in via Sant’Anselmo i volontari raccolgono pensieri e riflessioni delle persone che passano di lì. Tra gli ultimi del mese di dicembre, ne spicca in particolare uno: “Siamo un puntino nell'universo. La nostra vita è breve, cerchiamo di viverla nel migliore dei modi. So che è difficile, più facile dirlo che farcela. Ma guardiamoci dietro e scopriremo che c'è sempre qualcuno che sta peggio di te e soffre più di te”.