Eventi - 30 dicembre 2018, 07:16

Pellegrinaggio a Torino per Gustavo Rol: in via Nizza la mostra che riunisce i suoi seguaci

Inaugurata il 21 dicembre allo SpazioNizza 11, è aperta a tempo indeterminato tutti i fine settimana, in collaborazione con il comitato territoriale e il tavolo di progettazione civica

A pochi metri dalla casa in via Silvio Pellico in cui abitava, rivive il ricordo di uno dei personaggi più eclettici che abbiano mai rappresentato Torino nel mondo. Lo SpazioNizza11 accoglie un’esclusiva mostra fotografica su Gustavo Adolfo Rol, che ripropone un percorso per immagini del suo profilo umano e spirituale, omaggiando le tante “possibilità dell’infinito” espresse nel corso di un’intensa (quanto indefinibile) vita terrena.

E se l’esposizione sonda misteri ineffabili, l’idea di base trova in realtà le sue radici nella più totale modernità. Circa un anno fa, un gruppo di seguaci di Rol, in contatto attraverso un’apposita pagina Facebook, aveva lanciato la proposta di allestire un progetto in sua memoria. Una call cui hanno risposto conoscenti, estimatori, amici di lunga data, “fan” di Rol nel senso più popolare del termine, tutti accomunati da una grande devozione per colui che i siti nozionistici definiscono “sensitivo”, sottintendendo per semplificazione un ben più vasto parterre terminologico.

Inaugurata lo scorso 21 dicembre, la mostra è aperta a tempo indeterminato tutti i sabati e le domeniche nei locali di via Nizza 11, con ingresso gratuito dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19. Il work in progress ha visto la collaborazione del comitato spontaneo RilanciAmo i Portici di via Nizza (con il coordinamento di Francesca Mauroni e Flavio Rosso) e del tavolo di progettazione civica del Comune di Torino, guidato da Cristina Seymandi. Le immagini esposte, concesse dal cugino Franco Rol e originariamente in bianco e nero, sono state modificate dai grafici per restituire agli scatti quelle tinte tanto amate da Gistavo, a cominciare dal verde, miccia scatenante dei suoi primi prodigi, quando scoprì il legame tra quel colore, la quinta musicale e il calore.

Ha sempre aiutato il prossimo”, ricorda Giuseppe Maggiolino, amministratore della mostra. “Noi lo abbiamo conosciuto attraverso libri, testimonianze e opere. Vogliamo rendere innanzitutto omaggio a un nostro concittadino con una sintesi della sua vita. Ma desideriamo anche lanciare un messaggio forte, nel tempo in cui viviamo, dove le tensioni globali sono al culmine. Rol credeva nella realizzazione degli Stati Uniti del Mondo, e noi a questo ci appelliamo. La mostra è solo un simbolo. Anche se non l’ho conosciuto personalmente, sicuramente il suo Spirito Intelligente è qui tra noi”.

Gli ideatori hanno voluto enfatizzare la figura di Rol ripercorrendo prodigi e miracoli compiuti in vita e divenuti celebri in tutto il mondo. Come diceva lo stesso spiritista, “la coscienza sublime abbraccia le squisite intuizioni che, attraverso l’ordine e l’armonia, conducono l’uomo alla percezione della propria identità spirituale”.

In concomitanza con la mostra, è anche partita una raccolta firme per intitolare a Rol il “laghetto della anatre” del Parco del Valentino, teatro di uno dei suoi miracoli: era l’inizio degli anni Settanta, prima della realizzazione del film “Amarcord”, e il regista Federico Fellini stava passeggiando con Rol a Torino, quando questi improvvisamente si mise a camminare sull’acqua, per di più attraversando una cancellata di ferro. Così, dopo la targa scoperta in via Silvio Pellico in sua memoria, adesso l’obiettivo è questa nuova dedica in un ambiente naturale, in qualche modo ancora pervaso, per chi ci crede, dalla presenza di Rol.

Grazie al web – ha spiegato all’inaugurazione Giovanni Villa, uno dei più attivi collaboratori - siamo riusciti a unire gli interessi della grande moltitudine di persone che si sono avvicinate a Rol, diventando suoi seguaci. Con il suo Spirito Intelligente è riuscito a entrare nei cuori di persone che non lo conoscevano e a guidarle. Un uomo che non amava l’onda mediatica, e, umilmente, si è sempre definito una ‘grondaia’. Le sue grandi possibilità erano solo la manifestazione di Dio, mentre lui accoglieva tutto come un infinito dono. Speriamo quindi di espandere sempre più la sua ondata d’amore”.

Il futuro del progetto è ancora in via di definizione. Di certo i suoi creatori sperano di renderlo permanente, dandogli un assetto più stabile. Per il momento si calcolano visitatori, nel primo weekend di apertura, provenienti non solo da fuori Torino, ma anche da province limitrofe. Sicuramente una forza attrattiva, spirituale o non, che non passa inosservata sotto i portici di via Nizza. 

Manuela Marascio