Nuove Note - 30 dicembre 2018, 07:00

Luca Giuoco: sovrappongo strati di suoni differenti e li modello sui brani

Nel corso della sua vita ha attraverso diverse fasi che lo facevano immergere in generi musicali diversi, ha prodotto lavori che non ha mai pubblicato fino al 2012.

Nel corso della sua vita ha attraverso diverse fasi che lo facevano immergere in generi musicali diversi, ha prodotto lavori che non ha mai pubblicato fino al 2012. In quell’anno, Luca Giuoco, si allontana dalla melodia e si avvicina alla sperimentazione ritmica e vocale. Nasce così “L’Oracolo di Berlino”, un concept-album i cui brani sono legati da un frammento vocale che è la registrazione di un codice cifrato trasmesso da una stazione radio di Berlino durante gli anni della Guerra Fredda.

Luca Giuoco e il suo rapporto con la musica.

Fin da quando ho memoria ricordo di aver ascoltato musica. Nel corso della mia vita ho attraversato diverse fasi nelle quali mi immergevo letteralmente in un genere musicale: prima il rock progressivo, poi la musica da camera, il minimalismo, le avanguardie. Oggi non ascolto più certi dischi che amavo da ragazzo ma essi in qualche modo mi hanno reso ciò che sono ora. In musica come nella vita non puoi davvero rinnegare nulla perché ogni singola esperienza ti trasforma.

Il tuo è un progetto di elettronica sperimentale e industrial, raccontaci come sei arrivato a questa fase.

L'Oracolo di Berlino è il mio disco di esordio ma prima di esso ho prodotto altri lavori mai pubblicati che mi hanno permesso di intraprendere una ricerca musicale che ad un certo punto si è intersecata con la mia vita privata. Nel 2012 ho iniziato a combattere contro una sindrome depressiva che ha modificato profondamente il mio precedente modo di vedere la vita e l'esistenza stessa. Questo ha influenzato la mia produzione musicale facendomi allontanare da melodia e armonia e prediligendo la sperimentazione ritmica e vocale.

Cosa ispira la tua musica?

Il mio metodo di lavoro consiste nel sovrapporre strati sonori eterogenei

provenienti da improvvisazioni strumentali che registro precedentemente come anche registrazioni ambientali di suoni e rumori che catturo in presa diretta spesso con mezzi di fortuna.  In studio intervengo chirurgicamente sul brano scolpendolo e modellandolo. In realtà il mio lavoro è più simile a quello di uno scrittore o di un artista. È certo che a monte deve esserci un'idea, un'immagine, una storia che ritengo di dover rappresentare.

Parlaci de “L’Oracolo di Berlino”.

È un concept-album, un disco i cui singoli brani non sono disposti casualmente ma seguono un filo conduttore. A legare il tutto è il frammento vocale sempre presente in ogni traccia e che subisce continue modificazioni. È la registrazione di un codice cifrato trasmesso da una stazione radio di Berlino durante gli anni della Guerra Fredda. Più che una storia si tratta di una metafora dell'incomunicabilità tra gli esseri umani.

Stai lavorando a nuovi brani?

Sì, sto lavorando contemporaneamente a due dischi diversi che chiuderanno il discorso iniziato con L'Oracolo formando di fatto una trilogia. E sto già pensando a cosa verrà dopo.

La tua Torino musicale e non.

Sono in contatto con alcuni musicisti torinesi che mi confermano quanto la scena musicale della mia città sia densa di talenti e idee. Onestamente non frequento locali né ascolto musica del vivo perché non amo i luoghi affollati.

News, live in programma, appuntamenti.

Al momento sto verificando insieme a Seahorse Recordings la fattibilità di una pubblicazione su compact disc de L'Oracolo di Berlino. Siamo ancora in una fase preliminare ma sono fiducioso.

 

 Info su https://www.facebook.com/Luca-Giuoco-192818971304765/

 

Federica Monello