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Attualità | 30 dicembre 2018, 17:50

Prevenzione è la parola d’ordine per il 2019 del Soccorso Alpino Piemontese

Simone Bobbio: “Occorre sensibilizzare i frequentatori della montagna sulle buone norme da adottare in caso di incidente”

Prevenzione è la parola d’ordine per il 2019 del Soccorso Alpino Piemontese

Si chiude un 2018 che è stato molto impegnativo per il soccorso alpino e speleologico piemontese. Per il nuovo anno la parola d’ordine per i 1180 volontari del Cnsas è prevenzione.

“Rispetto agli anni passati non siamo intervenuti in emergenze di carattere nazionale come in occasione del terremoto di Amatrice o della valanga all’hotel Rigopiano, ma il lavoro che abbiamo svolto tra le montagne piemontesi è stato ugualmente impegnativo”, spiega Simone Bobbio. “Tra gli eventi più significativi per noi, il salvataggio di uno scialpinista rimasto sepolto sotto una valanga per oltre 4 ore. A inizio estate oltre 100 soccorritori in più di 48 ore di intervento sono riusciti a estrarre in vita dalla Grotta della Mottera, nel cuneese, uno speleologo gravemente infortunato”.

“Poi a fine agosto un’alpinista con una gamba semiamputata è stata calata in parete e trasportata a piedi in barella per oltre 6 ore prima di raggiungere un’autoambulanza, ma non ha perso il piede. E infine un autunno ricco di funghi ci ha impegnati nella ricerca di fungaioli dispersi con svariati ritrovamenti di persone in vita”.

“Un aspetto che riteniamo di dover migliorare è la prevenzione degli incidenti”, aggiunge Bobbio. “Soprattutto, la sensibilizzazione dei frequentatori della montagna sulle buone norme da adottare in caso di incidente per rendere più efficace il nostro intervento”. Un esempio? “Trasmettendo informazioni corrette sull’uso degli smartphone e delle applicazioni come Georesq, con cui localizzare con precisione un infortunato grazie alla tecnologia Gps”.

Massimo De Marzi

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