Economia e lavoro - 04 gennaio 2019, 11:21

FCA, il 2018 ha tirato il freno a mano. Uliano (Fim): "Colpa dei provvedimenti del Governo. Sarà un 2019 difficile. Se l'azienda rivede i piani, stabilimenti a rischio"

I dati mostrano una diminuzione del 6,8% su scala nazionale, che supera il -10% se si considerano solo le auto. I veicoli prodotto restano sotto il milione per la prima volta in tre anni. "Su Mirafiori, oltre alla 500 elettrica, sarà decisivo un secondo modello, il SUV Alfa"

Doppia inversione di tendenza per il mondo FCA nel 2018. Produttivo in termini percentuali (-6,8%) e come numeri di veicoli immessi sul mercato, sceso sotto il milione di vetture (964.533), fatto che non accadeva da tre anni. Il calo è ancora più evidente (-10,2%) se si considera il solo settore auto senza i veicoli professionali.

"L'effetto dopo i primi sei mesi del 2018 è ulteriormente peggiorato negli ultimi tre mesi, anche a causa del fermo di Mito e Punto", dice Ferdinando Uliano, a nazionale Fim-Cisl con delega al settore automotive. "E tutto questo si va a sommare all'andamento degli ammortizzatori sociali, che sono ripartiti e dopo essere scesi all'8% nel 2017, ora coinvolge almeno il 12-15% e potrebbe proseguire nel 2019".

Tra le cause, "il ritardo degli investimenti del vecchio Piano FCA", secondo Uliano. Ma anche dopo l'annuncio dei nuovi progetti annunciati a fine novembre dal nuovo responsabile Emea Pietro Gorlier, pari a 5 miliardi e con dettaglio per gli stabilimenti più sofferenti (come Mirafiori e la 500 elettrica), non ha permesso di scacciare tutte le nubi. "La complicazione di fine anno legata alla tassazione voluta dal governo è un crimine contro l'occupazione nel settore auto - affonda la lama Uliano - e questo ha cambiato gli scenari che ci erano stati comunicati".

E anche se ora il provvedimento è stato rivisto, rimangono i problemi "almeno 15 modelli saranno comunque penalizzati all'acquisto e questo inciderà nei volumi del 2019, anno che già aveva qualche zona d'ombra visto che servirà tempo per implementare i nuovi modelli".

Con una speranza: "Che non vengano messi in discussione dall'azienda il piano di investimenti. Altrimenti la piena occupazione degli stabilimenti non sarebbe più a portata di mano, mettendo a rischio la sostenibilità di alcuni stabilimenti". Proprio lo stabilimento torinese - inteso come Polo del lusso tra Mirafiori e Grugliasco - è stato zavorrato soprattutto dai modelli Maserati, calati di quasi il 40% nella produzione per la frenata del mercato cinese, a cui si è aggiunto lo stop alla Mito.

"Ci aspettiamo una ripartenza delle ore lavorate con l'avvio della 500 elettrica, unitamente al secondo modello per Mirafiori, che dovrebbe essere il SUV dell'Alfa". Inoltre sarà strategico il restyling dei modelli Maserati.

Massimiliano Sciullo