“È con infinita tristezza che il Club Alpino Italiano di Carmagnola piange un carissimo amico, un grande uomo. Il suo insegnamento di amore e rispetto per la montagna e per i compagni di cordata, rimarranno per sempre con chi ha avuto modo di conoscerlo.
Venerdi 11 gennaio, Agostino Gazzera (detto Güstin) è salito sulla sua ultima vetta, quella verso il Signore.
Rosario: lunedì 14 gennaio, alle ore 17.30, presso la Collegiata Santi Pietro e Paolo di Carmagnola.
Liturgia esequiale: martedì 15 gennaio, ore 9,30, presso la Collegiata Santi Pietro e Paolo di Carmagnola.
Martedi sera 15 gennaio alle ore 21, presso il Cinema Elios di Carmagnola, lo ricorderemo con la proiezione del film "L'alpinista".
Ingresso libero fino a esaurimento dei posti”.
Sono le commosse righe con le quali il CAI di Carmagnola ha dato notizia, su Facebook, dell’avvenuta dipartita da questa vita di Agostino “Giustin” Gazzera.
Classe 1927, infaticabile camminatore, spirito libero, soprannominato “Il Vichingo delle Alpi”, Agostino “Gustin” Gazzera era diventato una leggenda dell’alpinismo nazionale. Fino a pochi anni fa, continuava a scalare montagne e cascate di ghiaccio. A lui sono stati dedicati libri, articoli ed anche il film “L’alpinista” dei registi Giacomo Piumatti e Fabio Mancari.
Negli anni 50' è un operaio della Fiat degli anni ‘50, ma “Güstin” è anche - per non dire soprattutto - un sognatore, un ragazzo curioso che non si accontenta del turno in fabbrica ma che vuole scoprire luoghi mitici e affascinanti.
In una Torino “fabbrichizzata” il giovane Agostino, tra il turno di lavoro in fonderia e quello nella seconda officina dove arrotondava lo stipendio, s'immagina a percorrere le vie di montagna aperte da alpinisti leggendari. Nonostante il poco tempo a disposizione, con quella determinazione tipica della sua generazione, inforcava appena poteva la bicicletta per raggiungere quelle vallate delle montagne piemontesi che vedeva solo da Torino attraverso i finestroni della Fiat.
Nel 2014 “Güstin” riceve la principale onorificenza carmagnolese.
L’uomo, cordiale e gioviale, era molto conosciuto in Valle Po, dove qualche anno fa si era prestato per dare vita a San Giuseppe nel Presepe Vivente di Calcinere di Paesana.