Politica - 13 gennaio 2019, 11:13

Dario Corallo a Torino: “I vecchi dirigenti mi ignorano, ma io voglio rivoluzionare il Pd”

Il più giovane candidato alla segreteria nazionale del Partito Democratico in città per la campagna elettorale in vista delle primarie. Lavoro, giovani e nazionalizzazioni nella sua ricetta per l'Italia

Avere trentun anni e una voglia matta di rivoluzionare il Partito Democratico. Mission impossible? Forse, ma per uno che di questi tempi non esita a farsi fotografare con il pugno chiuso, a citare Gramsci e a parlare di nazionalizzazioni ogni traguardo deve sembrare raggiungibile.

Dario Corallo, a Torino per presentare la propria candidatura a segretario nazionale (le primarie sono in programma il prossimo 3 marzo, ndr), ha l'incoscienza e la consapevolezza di chi sa di giocare la partita della vita: con la mozione #resetPD sta osando sfidare la vecchia guardia del partito con l'obiettivo di cambiarla nei nomi e nei metodi, seguito da uno zoccolo duro di giovani e giovanissimi militanti formatisi nelle amministrazioni locali come i consiglieri della Circoscrizione 4 Gianvito Pontrandolfo e Sara Cariola; la sua campagna torinese ha toccato zone popolari come i mercati di Corso Cincinnato, Corso Svizzera e Piazza Foroni, il Balon e borgo Campidoglio.

Nella nostra intervista, l'aspirante segretario offre la sua ricetta per l'Italia e per l'Europa spaziando a 360° su lavoro, economia, giovani e immigrazione, senza trascurare tematiche d'impatto locale come la TAV e le imminenti elezioni regionali.

Corallo, sono passati quasi tre mesi da quel discorso che, in qualche modo, l'ha portata alla ribalta politica nazionale: cos'è cambiato da allora?

Dalle centinaia di telefonate ed e-mail arrivate abbiamo avuto la conferma di cose che già sapevamo: non siamo i soli a sentire il disagio di un partito ormai al collasso. Da quel momento molti tesserati si sono uniti a noi.

Se l'aspettava tutto questo clamore?

Gramsci disse che “la verità è sempre rivoluzionaria” e ciò che è rivoluzionario crea scalpore. Il problema è che veniamo da anni in cui il Partito Democratico ha mentito a se stesso finendo per credere alle proprie menzogne.

Come la stanno trattando i vecchi dirigenti del partito?

Non ho alcun rapporto con loro, mi ignorano. Pensi che, a livello locale, qualcuno è arrivato addirittura a minacciare i nostri ragazzi perché raccoglievano firme per sostenermi.

Ha qualche esempio da fare?

Abbiamo avuto diverse testimonianze da Emilia, Lombardia, Puglia, Calabria e Lazio. Qualcuno ha anche pensato bene di minacciare il cambio della serratura per non permettergli di entrare in sezione.

Avete pensato di denunciare questa situazione?

L'unico modo per contrastarla è andare avanti per la nostra strada: se sono arrivati a minacciarci significa che siamo dalla parte giusta e che loro sono molto fragili; se è bastato il discorso di un giovane militante per far scricchiolare certi rapporti di potere significa che il partito è tutt'altro che solido.

Ha mai sentito Burioni in questi mesi?

No, ma aizzare la polemica contro di me gli è sicuramente servito a lanciare il suo giornale. A quelli che mi chiedono se sono no-vax, comunque, rispondo di no.

Il nome della sua mozione è ResetPD: intende cambiare solo la classe dirigente o anche i meccanismi interni al suo partito?

Intendo tutto: dallo statuto alle modalità di partecipazione, dal tesseramento alla linea politica, che in realtà non c'è mai stata. I problemi che abbiamo oggi nascono, purtroppo, da una lettura sbagliata della società fatta all'inizio degli anni '90: abbiamo creduto di dover regolare il capitalismo anziché contrastarlo, illudendo i giovani convincendoli che la cultura fosse l'unico strumento utile all'emancipazione; il risultato è che adesso siamo pieni di poveri che hanno studiato.

Nel vostro “manifesto” affermate di voler promuovere la partecipazione politica attraverso l'ascolto, la condivisione e il ragionamento collettivo, compito non facile: ha in mente come fare nel concreto?

Le persone si avvicinano alla politica quando vedono, nel concreto, gli effetti delle proprie azioni: basta osservare i volontari delle associazioni che si occupano di tematiche sociali e ambientali. In generale credo non sia vero che i giovani siano lontani dalla politica, i giovani vorrebbero semplicemente vedere i risultati delle proprie azioni nell'immediato.

Mi faccia un esempio...

Ho una contrapposizione di immagini che rende abbastanza bene l'idea: Matteo Orfini che, munito di gilet giallo, spazza le strade di Roma e i “gilet gialli” francesi. Nel momento in cui la sinistra perde la propria dimensione di conflitto diventa, per forza di cose, conservatrice.

Visto che siamo entrati nell'argomento, cosa ne pensa dei gilet gialli francesi?

Sto dalla loro parte perché sono un movimento popolare, fondamentalmente di sinistra, che si sta mobilitando per rivendicare garanzie per gli strati più deboli della Francia, compresi i senza-tetto. Il Partito Democratico, invece di contrastarlo, ha sostenuto un personaggio come Macron, che sarebbe da escludere da qualsiasi contesto socialista.

Nel manifesto vi ponete un unico, grande, obiettivo: tornare a combattere le disuguaglianze. A proposito, su quali temi dovrebbe concentrarsi il PD?

La nostra idea è quella di ricostruire un soggetto politico in grado di generare conflitto, non di guidarlo. Per farlo dobbiamo partire dal presupposto che il capitalismo sia utile a creare, più che altro, disuguaglianze: negli ultimi dieci anni il patrimonio dei dieci uomini più ricchi d'Italia è quadruplicato, così come sono quadruplicati i poveri. L'organizzazione del dissenso deve spingerci nella proposta di una società che abbia come faro quello della piena occupazione. L'altro grande investimento che il paese dovrebbe fare è quello sulla “transizione ecologica”.

Di cosa si tratta?

Di un lungo processo per rendere ambientalmente sostenibile la produzione di energia. Dire no alle trivelle diventa un discorso miope se non ci poniamo il problema di come riscaldare le case. Investire sulle energie rinnovabili è positivo ma per accendere un altoforno si devono studiare soluzioni alternative, per questo confido molto nei progressi delle ricerche scientifiche sulla fusione nucleare.

Uno dei punti su cui, a detta di molti, avete maggiormente deluso le aspettative degli elettori è proprio quello del lavoro, cosa non è andato per il verso giusto?

Il PD, negli anni in cui è stato al governo, si è concentrato troppo sui contratti e per nulla sui salari, approvando molte leggi ingiuste. Mi riferisco, ad esempio, all'assegno di disoccupazione non erogato a chi ha lavorato in nero: in questo modo, oltre a non contrastare il sommerso, hai privato i lavoratori di una fonte di sussistenza; cancellando i voucher, inoltre, è stata tolta di mezzo una fetta di forza lavoro che è sparita nel nulla. Per finire il Jobs Act che, pur avendo avuto una funzione sociale che ha permesso di riassumere qualche 40/50enne, ha abolito la regola delle 8 ore lavorative introducendo le 11 ore di riposo continuativo.

Se fosse eletto segretario, cosa proporrebbe su questo argomento?

Nella nostra visione l'uomo è un lavoratore che agisce sulla realtà e non un mero fruitore. Per questo siamo contro alla piena automazione e al reddito di cittadinanza ma proponiamo i “piani di lavoro transitori”, con lo Stato a farsi carico di persone assunte per svolgere impieghi di pubblica utilità; in questo modo si garantirebbero lavoro e un salario minimo. Alla banca centrale dovrebbe essere permesso di contrarre debito se funzionale a investimenti occupazionali.

E per il settore privato qual è la sua ricetta?

Lo Stato deve tornare a svolgere un ruolo primario anche nella produzione attraverso la ri-nazionalizzazione di interi settori. Il libero mercato non considera l'aspetto umano per questo, per regolare i diritti dei lavoratori, occorrerebbe inserire l'attore pubblico come concorrente: non avendo bisogno di incrementare il proprio capitale, sarà il privato a doversi adeguare ai suoi standard.

Parliamo di giovani: nei giorni scorsi molti hanno letto l'articolo del Foglio sulla cosiddetta “generazione Erasmus”. Al di là delle proposte concrete, cosa dovrebbe fare il PD per far scattare il feeling con la stra-grande maggioranza degli under 35?

Veniamo da anni in cui ci siamo occupati solo di università, mentre l'80% dei ragazzi lavora. Per dimostrare di aver capito il loro mondo basterebbe non prenderli in giro, come quando all'obiezione “non siete stati eletti dal popolo” rispondevamo “ma nessun governo viene eletto dal popolo”. A Roma, ad esempio, per coinvolgere i ragazzi delle case popolari spesso abbiamo comprato pale di pizza e birra a buon mercato per andare incontro a ragazzi che avevano solo pochi euro da spendere: dopo notti passate a divertirsi è capitato che qualcuno si fermasse per capire cosa facevamo. Togliere i finanziamenti ai partiti, inoltre, è del tutto deleterio: in questo modo se non sei miliardario o portaborse di qualcuno sei escluso.

I temi su cui Salvini sta costruendo il proprio consenso sono quelli dell'immigrazione e della sicurezza, ampiamente trattati dai ministri del governo Renzi prima e Gentiloni poi: cos'ha sbagliato il PD da questo punto di vista?

Non ha cancellato la Bossi-Fini bloccando, di fatto, un canale regolare per l'immigrazione. Inoltre, si è occupato di politica internazionale senza agire nei paesi d'origine per capire i problemi di quelle persone.

Su immigrazione e sicurezza sindaci e amministratori locali hanno minacciato “disobbedienza”: è d'accordo?

Lo ritengo sbagliato per un motivo molto semplice: chiedere a dei funzionari pubblici di disobbedire creerebbe un precedente pericolosissimo. Quando qualcun altro si rifiuterà di applicare le nostre leggi cosa faremo? Gli daremo del fascista? L'unico sindaco che giustifico è Orlando perché Palermo ha un tessuto sociale composto, per un terzo, da stranieri. Negare l'iscrizione all'anagrafe è impensabile.

Sul piano comunicativo Salvini è stato molto abile. Pensate di dovervi mettere sullo stesso piano oppure la ritiene una battaglia persa in partenza?

Se non ci mettiamo di traverso siamo inutili, se non lo facciamo subito perdiamo la battaglia: il treno Salvini va fermato facendo massa critica con una linea politica chiara; anche se si trova in una situazione favorevole le sue contraddizioni verranno al pettine, l'importante è che qualcuno inizi a spazzolare.

Che Europa si immagina nei prossimi vent'anni?

Le prossime elezioni europee segneranno, temo, l'inizio della fine dell'Unione per come la conosciamo ora: siamo di fronte a una crisi egemonica della Germania sull'Europa senza che nessuna forza politica internazionalista sia in grado di contrapporsi all'avanzata delle destre più estreme. Il nostro errore è sempre stato quello di voler difendere il Ppe invece di far notare lo scontro interno alle forze di destra.

Con il senno di poi (o di prima) dialogherebbe ancora, nonostante il contratto di governo con la Lega, con il Movimento 5 Stelle?

Con un sistema proporzionale il dialogo con gli altri schieramenti è d'obbligo. Dopo le politiche dello scorso marzo Martina fu il primo ad aprirlo ma Renzi, che sottobanco stava lavorando a un accordo con Di Maio per affossare il PD, fece saltare tutto in diretta tv da Fazio perché non poteva permettersi una “virata a sinistra” con l'ala rappresentata da Roberto Fico.

Quali rapporti intende mantenere con gli altri partiti di sinistra? Li giudica rivali o alleati?

La mia generazione sta pagando divisioni non proprie, che rappresentano il frutto di uno scontro tra gruppi dirigenti troppo impegnati a mantenere saldi i propri posti e troppo abituati a non lavorare per vivere. Dobbiamo metterci in testa che se non creiamo un soggetto unitario siamo perduti, non esistono un dentro o un fuori dalla sinistra.

Gli ultimi sondaggi danno il PD in leggera ripresa e i partiti di governo in calo: è segnale di qualcosa?

Credo, semplicemente, che il PD abbia commissionato dei sondaggi.

In Piazza Castello c'è stata la manifestazione Sì Tav: contrario o favorevole?

Ammetto di non essermi ancora fatto un'opinione precisa: sono ancora in attesa di un report unico e attendibile fatto da una commissione neutra, scelta dal Parlamento, che giudichi scientificamente l'effettiva utilità dell'opera

Che opinione si è fatto delle “Madamin”?

Le ritengo avversarie politiche: fanno parte di quell'alta borghesia reazionaria che conserva un atteggiamento paternalistico nei confronti dei lavoratori.

In primavera si vota per le regionali: il PD andrà sull'usato sicuro, candidando di nuovo Sergio Chiamparino. Lei avrebbe fatto diversamente?

Sul sicuro avrei dei dubbi, sarebbe sicuramente stato più interessante e giusto fare delle riflessioni più approfondite. Rispondo alla sua domanda con una citazione cinematografica: “Il problema non è la caduta ma l'atterraggio”. Ce ne accorgeremo quando, dopo amministrative ed europee, perderemo raschiando il fondo del barile.

Il PD regionale ha da poco eletto Paolo Furia come segretario. Vi conoscete?

Non ho seguito le primarie, ma lo conosco per la comune frequentazione delle organizzazioni giovanili del PD: Furia è un compagno che esprime le nostre stesse preoccupazioni e che si rende perfettamente conto delle difficoltà contingenti. Nei prossimi mesi lo aspetterà l'arduo compito di guidare il partito attraverso le amministrative ma credo che abbia le qualità giuste per gestire la situazione a livello locale.

Che risultato si aspetta dalle primarie?

Assisteremo a un paradosso: il vincitore tra i tesserati non sarà lo stesso che vincerà le primarie. Questo dimostrerà in modo inequivocabile tutta la debolezza del Partito Democratico, che eleggerà un segretario che, dopo le amministrative e le europee, dovrà di nuovo cambiare.

Per concludere, dica qualcosa “di sinistra”.

Nazionalizziamo tutto, più “di sinistra” di così non c'è nulla!

Marco Berton