Rivoluzionario e impenetrabile, innovativo e misterioso: così Marcello Gandini viene osannato nel mondo del car design grazie a creazioni divenute leggenda, che trovano posto da domani al Museo dell'Automobile di Torino in una grande esposizione fino al 26 maggio. Genio nascosto, questo il titolo della mostra, vuole celebrare un altro grande maestro dello stile dopo i due allestimenti dedicati a Giorgetto Giugiaro e Leonardo Fioravanti, che hanno attirato appassionati e curiosi alla scoperta dell'umanità celata dietro a prestogiose firme. “Tre anni fa – spiega il presidente del MAUTO Benedetto Camerana – abbiamo intrapreso un percorso coerente e continuativo sul design automobilistico. Con Gandini affrontiamo adesso di certo una delle figure più complesse e irriverenti del panorama italiano. Questo per rimarcare ancora una volta il ruolo centrale giocato da Torino nel settore da sempre”.
L'esposizione si propone quindi di raccontare i tanti volti di Gandini - designer, progettista, visionario - attraverso alcune delle sue più importanti opere: dalle sagome modellate delle berlinette sportive durante la permanenza alla Bertone, alle linee compatte delle city car; dai progetti sulla riorganizzazione della fabbrica e della produzione, ai camion, le moto, addirittura un elicottero, ultraleggero e molto maneggevole.
“Gandini ci ha chiesto – racconta il curatore Giosuè Boetto Cohen – di non celebrare le solite auto, dato che non ha mai amato esaltare troppo il proprio lavoto. Piuttosto, ciò che veramente vorrebbe esprimere, è quanto non è ancora riuscito a fare, oggi, e che intende realizzare domani. Cercando di seguire questo spirito abbiamo lavorato alla mostra, raccogliendo i modelli più celebri ma anche tutte le idee mai messe in pratica. Abbiamo così provato a racchiudere l'apporto rivoluzionario di Gandini nell'arco del XX secolo”.
La mostra è articolata in due parti. La prima presenta la storia e la produzione di Gandini, con il contributo di Mike Robinson, direttore dello Stile Bertone negli anni più recenti. La seconda mette in risalto tutte le sue show car più famose e alcuni veicoli inconsueti. Protagonista è la Stratos Zero presentata al Salone di Torino del 1970, giunta al MAUTO da una collezione privata americana. Ma eccezionale è anche la presenza dei prototipi Lamborghini Marzal, Alfa Romeo Montreal 1967 e Alfa Romeo Carabo. Accanto alle one-off e modelli di studio provenienti dalla ex Collezione Bertone e oggi di proprietà ASI, spiccano vetture memorabili come la Maserati Khamsin e la Lancia Stratos HF, autentico mito dell’automobilismo sportivo.
“Quando avevo cinque anni – racconta Gandini - mi regalarono un piccolo modello di Cabriolet e la prima scatola di Meccano: da lì è nata la mia passione. Ho iniziato facendo dei lavoretti per piccoli carrozzieri. Poi conobbi Bertone, che aveva visto i miei disegni e gli erano piaciuti. Lì si facevano le cose più azzardate, fu un buon posto per mettere in atto quello che avevo in mente”.
“L'accoglienza di certe mie idee – continua - è stata spesso ben superiore all'aspettativa. Chi guarda una macchina deve solo fare 'ah' dallo stupore, se inizia a parlare e rifletterci su significa che non si è ottenuto il risultato sperato”.
“Sono rimasto estremamente contento di questa mostra – conclude - ed è piacevole vedere come il Museo dell'Automobile, nel tempo, abbia saputo così tanto rinnovarsi”.
Per informazioni: www.museoauto.it