Quando le verdure si possono anche suonare: ecco il “Conciorto”, ossia come ti suono il minestrone! Un reading-concerto in cui le narrazioni di Biagio Bagini e Gianluigi Carlone si intrecciano ai suoni prodotti dagli ortaggi. L'appuntamento è fissato per sabato 2 febbraio al Café Müller, nel quadro della stagione teatrale di Cirko Vertigo. Si inizia alle 21.
Gli ortaggi, grazie a Ototo, un sistema open source basato sui sensori Arduino che permette di far suonare qualunque cosa sia in grado di condurre elettricità come l'acqua presente nelle verdure, emettono suoni.
Che suono fa un peperone? Più greve o più acuto di quello di un sedano-rapa? E se lo si unisce a quello prodotto da un pomodoro che cosa succede? Un concerto sui generis, quello ideato da Gianluigi Carlone, cofondatore della Banda Osiris, e da Biagio Bagini, autore di trasmissioni radiofoniche e libri per bambini, in programma sabato 2 febbraio alle ore 21 al Café Müller, dove invece dei “classici” strumenti a suonare ci sono zucchine, melanzane, finocchi, pomodori e tantissimi altri ortaggi.
Conciorto è un concerto che “dà voce” all’orto e alle sue verdure, raccontandone le storie intime e segrete, i sentimenti, gli stati d’animo.
Un progetto nato a quattro mani e diventato da poco realtà, come spiega Carlone: “Tutto è cominciato quando abbiamo scoperto Ototo, un sistema open source basato sui sensori Arduino che permette di far suonare qualunque cosa sia in grado di condurre elettricità, come l’acqua. Io sono perito agrario: ho tradito l’agricoltura per la musica, ma coltivo da sempre la passione per orti e giardini. Unendo le due cose si è accesa la lampadina: perché non provare a suonare gli ortaggi, visto che contengono acqua?”
L’esperimento funziona e così il saxofonista della Banda Osiris contatta Bagini, anche lui appassionato di orto: in un mese e mezzo scrive i testi dei 13 brani che oggi compongono il Conciorto. Il progetto si basa su un’idea di orto non come luogo di produzione, ma “spazio dove tradurre qualcosa di sé in qualcosa di naturale, o di presunto tale”. Un posto “magico” in cui non si coltivano semplicemente piante, ma anche idee, sentimenti, canzoni, e in ultima analisi se stessi.
Ogni ortaggio ha ispirato emozioni e storie, in base alla propria capacità evocativa. Le zucchine, per esempio, rimandano alla passione del regista François Truffaut per la coltivazione di diverse varietà e per i fiori di zucca impastellati e fritti. La melanzana, invece, nel Conciorto diventa, a causa del colore viola, il simbolo di cattivi sentimenti, in grado però di trasformarsi. O ancora la verza, che per la sua cresta ondulata, diventa l’ortaggio saccente contro cui si coalizzano le altre verdure.
Il tentativo è quello di raccontare la vita segreta delle piante, l’esistenza interna dell’orto colta mettendosi in ascolto delle verdure”. Perché prima di far suonare gli ortaggi, bisogna tendere l’orecchio e sentire la natura, per ascoltare quello che ha da dire.
Il Conciorto è preceduto alle ore 18.30 dalla lectio vegetabilis di Biagio Bagini “V come vegetariano” corredata dalle spassose interpretazioni in video di Gian Luigi Carlone: una carrellata comica e poetica di vegetariani di tutti i tempi, che ripercorre le tappe evolutive dell’uomo che dalla caverna al computer ha fatto delle proprie scelte alimentari molto più che un semplice motivo di sopravvivenza.