Politica - 26 febbraio 2019, 11:29

Tav, Chiamparino: "Chiedo al Consiglio regionale di valutare il referendum. Mille operai a rischio cassa integrazione" (VIDEO)

Il Governatore in aula: "L'11 marzo Telt decide sui bandi di gara. Bisogna fare pressione sul governo. La consultazione popolare è prevista dallo Statuto regionale"

"È ora di finirla con le pantomime elettorali sul Tav. Chiedo ufficialmente al Consiglio regionale di verificare se ci sono le condizioni per fare un referendum popolare tra i cittadini piemontesi". Lo ha detto stamattina in aula a Palazzo Lascaris il presidente della Regione, Sergio Chiamparino.

Il Governatore ha spiegato che "i tempi sono stretti, l'11 marzo Telt deciderà sui bandi di gara e per quella data il governo nazionale dovrà dare il via libera alla Torino-Lione, altrimenti si rischia di perdere decine di milioni di euro già stanziati e di lasciare a casa i mille operai che stanno lavorando al cantiere, che a quel punto finirebbero in cassa integrazione".

"Il quesito del referendum - ha spiegato Chiamparino - deve essere molto semplice: non deve chiedere ai cittadini se sono favorevoli o contrari al Tav, ma se sono favorevoli o meno al fatto che il governo Conte-Salvini-Di Maio abbia deciso di bloccare l'opera". Un problema per Chiamparino arriva dallo statuto regionale, che all'articolo 86 prevede la consultazione popolare ma non per temi nazionali, quindi potrebbe non essere applicabile in questa circostanza.

"Chiedo al Consiglio, e alla presidenza, di valutare se c'è  la possibilità di indire il referendum - ha detto Chiamparino - Se poi non ci saranno le condizioni valuteremo cosa fare, ma quel che è certo è che questo tema sta molto a cuore ai piemontesi".

Nonostate l'imminenza della data dell'11 marzo, con il cda Telt, Chiamparino pensa al referendum per il 26 maggio (come proposto da Mino Giachino), in contemporanea con le elezioni regionali. "Questo consentirebbe - ha spiegato - di non avere maggiori spese e di stimolare la partecipazione degli elettori alle stesse elezioni regionali e alle europee. Certo, se entro la data dei bandi Telt il governo darà il via libera, il referendum non servirà più e il Tavolo sará finalmente realtà".

"D'altra parte - ha aggiunto Chiamparino - ormai è chiaro: bloccare l'opera vuol dire pregiudicare un collegamento più sicuro e sostenibile dal punto di vista ambientale al di lá di ciò che dice il professor Ponti".

Chiamparino ha poi fatto un accenno all'ipotesi mini Tav, proposta ieri a Torino dal viceministro Rixi. "La mini Tav - ha spiegato Chiamparino - c'è già: il progetto attuale ha tagliato pesantemente i costi iniziali prevedendo, dopo il tunnel di base, l'utilizzo della linea storica fino ad Avigliana e passando dagli oltre 4 miliardi iniziali agli 1,7 attuali sulla tratta nazionale".

"Ma soprattutto - ha aggiunto - dobbiamo capire cosa si intende per Mini Tav: se vuol dire evitare di far progettare la stazione di Susa a qualche archistar, sono d'accordo anche io. Col sorriso vi dico che il sacrificio di Susa 'val bene una messa'. Ma se invece Mini Tav vuol dire rinunciare al centro di smistamento merci di Orbassano, allora non ci sto".

"Perchè senza Orbassano non sarebbe più una linea Milano-Torino-Lione, ma soltanto una linea Milano-Lione".

Daniele Angi