Calcio - 08 marzo 2019, 07:25

Quagliarella e Piatek insidiano la leadership di Cristiano Ronaldo

Spazio agli outsider nella lotta al titolo di capocannoniere della Serie A. Deludono i big

Per fortuna che c’è la lotta al titolo di capocannoniere, verrebbe da dire. In un campionato che si preannuncia come uno dei meno esaltanti di tutti i tempi, per quanto concerna l’assegnazione del titolo di Campioni d’Italia, non mancano le soddisfazioni per quanto concerne la caccia al Re dei bomber, raramente avvincente come quest’anno. Eppure, sembrava che anche tale scettro dovesse avere un assegnatario designato, sin dall’arrivo dell’extraterrestre nella Torino bianconera, Cristiano Ronaldo.

E invece no, ecco che un vecchietto di 36 anni gli contende la posizione numero uno della classifica, a suon di gol e di giocate spettacolari. Il suo nome è Fabio, di cognome fa Quagliarella e sta per tornare in Nazionale alla bellezza di 36 anni. 19 reti per tutti e due, ben cinque su rigore quelli del blucerchiato, il quale ha però distribuito le sue reti in più giornate andando a segno per quattro volte di testa, 12 di destro e 3 di sinistro. La maggiore delle sue contraddizioni, secondo quanto emerge da una analisi statistica dei candidati al titolo di capocannoniere della Serie A, è che non è ancora riuscito a segnare da fuori area, ovvero quella che è la specialità di casa per il Fabio blucerchiato. Eppure, nonostante questa piccola macchia, si candida a diventare uno dei più anziani cannonieri di tutti i tempi.

La forma straripante del bomber sampdoriano è però ben accompagnata da colui il quale fino a poche settimane fa giocava a Genova, ma lungo l’altra parte del capoluogo ligure, il pistolero Piatek. Passato al Milan non ha visto ridimensionarsi la propria media realizzativa anzi, è riuscito nell’impresa di migliorarla, trovando subito con una certa continuità la via della rete in rossonero, raccogliendo l’eredità di un Higuain dimenticato in fretta dopo il suo volo a Londra, in casa Chelsea.

Per il giovane polacco 18 reti, uno solo in meno del duo di testa, ma con appena due rigori segnati: tre i gol su colpo di testa, 13 di destro e tre anche di sinistro a dimostrare una totale completezza tecnica di quello che pare essere l’erede designato di Lewandowski. Il suo impatto è stato così devastante da esser soprannominato Robocop da Gattuso, con cui sta portando il Milan a quel terzo posto che non occupava da tempo, in piena zona Champions League.

Gli altri big deludono, su tutti ovviamente spicca quel Mauro Icardi fermo da tempo a nove reti. Il terremoto che ha travolto lui e l’Inter certo non faciliteranno l’aumentare di un bottino che non è così basso dai tempi della prima stagione in nerazzurro dell’argentino. Non meglio ha fatto Immobile, lo scorso anno capocannoniere proprio col n.9 nerazzurro e quest’anno in calo, ma è in buona compagnia. Gli anni di Sarri saranno rimpianti a lungo da Mertens, che ha smesso di trovare con continuità la via della rete, mentre Belotti anche in quest’annata sembra lontano parente in fase realizzativa di quello che riuscì a bombardare a raffica le porte avversarie due stagioni fa.