Recuperare il cibo invenduto al mercato e redistribuire il cibo fresco alle famiglie del quartiere, in cambio di un impegno a favore della comunità. E’ questo il cuore del progetto Fa Bene, che dopo aver raccolto e donato oltre 100 tonnellate di cibo fresco per un valore di 200.000 euro dal 2014 al 2018, quest’anno mira ad allargarsi per sostenere ancora più famiglie rispetto alle già 250 coinvolte.
Il modello Fa Bene è particolarmente innovativo ma funziona in maniera semplicissima: i clienti dei mercati e dei negozi vengono invitati dai commercianti ad acquistare piccole quantità di cibo da donare alle famiglie del quartiere in difficoltà; a fine mattina il cibo donato viene raccolto insieme all’invenduto, smistato in pacchi e consegnato dai circa centocinquanta volontari a famiglie dei quartieri, che, a loro volta, si impegnano a restituire quanto ricevuto in forma di servizi alla comunità. Un perfetto esempio di welfare generativo, dove niente viene sprecato: nè il cibo, né il talento e la disponibilità delle persone.
Fino ad ora Fa Bene aveva visto il coinvolgimento di due mercati cittadini, che nel 2019 passeranno a essere sette: piazza Madama Cristina, piazza Foroni, corso Spezia, via Onorato Vigliani, via don Grioli, tettoia dei contadini di Porta Palazzo e corso Svizzera. Un risultato possibile solo grazie al sostegno di S-nodi, incubatore di innovazione contro la povertà legato alla Caritas Italiana e alla Caritas Torino.
Il cardine di Fa Bene sono ovviamente i volontari, senza i quali mettere in piedi questo virtuoso modello solidale sarebbe impossibile: “La forza della comunità torinese sono i volontari” ha spiegato Chiara Appendino. La sindaca, poi, ha rilanciato l’importanza del progetto: “Axto si basa su due gambe: interventi fisici e interventi immateriali, dove i progetti si costituiscono in reti. Ecco, Fa Bene è il progetto simbolo di AxTo dove l’interesse di ognuno si realizza assieme a quello degli altri generando una comunità solidale”.
“Quando chiedi all’altro cosa può dare lo riconosci per la sua dignità e gli fai subito bene – spiega Tiziana Ciampolini di S-nodi -. Capitale sociale e sostenibilità sono i due meccanismi chiave in Fa Bene e sono tra loro interconnessi. Il benessere dell’uomo è infatti determinato principalmente dal suo capitale sociale, ovvero dalla qualità e dalla quantità delle relazioni che possiede. La dotazione di capitale sociale è la leva a lungo termine della riduzione della povertà. Inoltre, è l’elemento determinante per rendere sostenibili i progetti: se si vuole essere sostenibili bisogna fornire alle comunità gli strumenti per auto-organizzarsi e per produrre risorse".
"Affinché possa continuare a generare le risorse che le occorrono, la connessione tra capitale sociale e sostenibilità va riconosciuta e tutelata dalle istituzioni”.