Segnali incoraggianti, dal vertice romano che doveva chiarire il futuro dell'ex stabilimento Embraco di Riva di Chieri. Ventures Production ha confermato infatti i rientri già programmati dei lavoratori e gli investimenti finalizzati all’avvio produttivo. E lo ha fatto davanti ai rappresentanti di sindacati, azienda e Regione Piemonte.
La società ha sostanzialmente confermato il piano di rientro dei lavoratori annunciato nei precedenti incontri. Secondo quanto dichiarato dall’azienda, che ha in forza 411 lavoratori, ad aprile rientreranno 103 addetti rispetto ai 190 previsti dal precedente piano industriale, per salire a 187 a giugno.
In questo arco di tempo, saranno installate le prime linee per l’assemblaggio delle biciclette elettriche, dei totem erogatori di acqua, i primi macchinari per la produzione dei robot destinati alla pulizia dei pannelli solari e le prime linee per la produzione dei mattoncini per giochi educativi. Secondo quanto dichiarato da Ventures Production, la società ha da poco registrato il primo brevetto che riguarda il robot fisso. Un secondo brevetto, destinato al drone, sarebbe in fase di preparazione.
Un ulteriore incontro di verifica presso il ministero è stato calendarizzato per metà giugno.
“Registriamo un piccolo miglioramento rispetto ai precedenti incontri - dicono Dario Basso, segretario della Uilm di Torino e Vito Benevento, responsabile territoriale per la Uilm -: l’azienda ha confermato l’avvio dei primi investimenti sulle unità produttive e il ministero si è impegnato a proseguire il monitoraggio dell’avanzamento dei lavori. Auspichiamo che si prosegua in questa direzione, che l’azienda riesca ad avviare le produzioni entro i tempi stabiliti e che questo consenta di raggiungere l’obiettivo della piena occupazione per tutti i lavoratori ex Embraco”.
“All'incontro di oggi al Mise l'azienda ha comunicato di avere ordinato l'acquisto delle prime linee di produzione che, ci dicono, cominceranno a essere funzionanti dal mese di giugno - aggiungono Edi Lazzi, segretario della Fiom di Torino e Ugo Bolognesi, responsabile territoriale per la Fiom -. Per i prossimi mesi i rientri vengono confermati nei numeri indicati a febbraio e si sono presi l'impegno di fornire entro la prima settimana di aprile il piano dettagliato di quando e come verranno installati gli impianti, di quale sarà il processo produttivo e, soprattutto, quanti saranno i lavoratori impegnati nei vari reparti".
"A metà giugno ci sarà un nuovo incontro al Ministero per continuare a monitorare il percorso. Continueremo a verificare giorno dopo giorno l'evoluzione della situazione, con l'obiettivo costante di arrivare il più presto possibile al rientro al lavoro di tutti i 411 lavoratrici e lavoratori”.
Da Fim, per voce del segretario provinciale Claudio Chiarle, arriva però una chiave di lettura diversa: "Spero che l'incontro sia stato anche l’occasione per “liberare dai cassetti” il dossier delle Aree di Crisi Complessa e dare ulteriori strumenti, sia economici che di ammortizzatori, per l’area torinese che deve affrontare un 2019 impegnativo dal punto di vista della crisi industriale”.
“Sinora - aggiunge Chiarle - il ministro a Torino ha fatto solo “passerelle” e anche blindate, come quella all’OGR del 4 marzo, in cui ha di nuovo promesso lo sblocco del dossier, ma nulla è successo e sono passati altri 20 giorni”.
"Una buona dose di propaganda la mise anche il precedente ministro Calenda - conclude - e il risultato è che nulla si muove. Ecco perché serve, subito, sbloccare il dossier aree di crisi che non può essere scambiato con altri dossier, tipo ATP”.