"Nel 2023 vorremo arrivare a 180 alzate di sipario: questo significa avere un palcoscenico funzionale, a cui verranno destinati 8.5 milioni di euro. Non ci sarà alcun taglio del personale, ma il nostro obiettivo è ottimizzare e utilizzarlo in altre attività". A dirlo è il sovrintendente del Teatro Regio di Torino William Graziosi che oggi ha presentato il Piano di sviluppo per il quinquennio 2019-2023.
Sei le macro-aree di intervento previste dal documento, per un totale di 121 azioni, di cui 76 con un impatto sui ricavi e 45 sui costi. Per il primo ambito il Regio punta ad intercettare nuovi pubblici. Attualmente il tasso di occupazione è del 76%: l'obiettivo è di riempire il restante 24% tramite l'incremento di abbonamenti, l'offerta di biglietti a prezzi ridotti per gli under 25 e differenziati per fasce di età e reddito, insieme ad una programmazione più "pop". Il piano di sviluppo - che comprende, oltre alla biglietteria, le entrate derivanti da sponsorizzazioni private, contributi pubblici, catering e guardaroba - prevede che i ricavi passeranno dagli attuali 37 milioni e mezzo a 45 milioni e 428 mila euro, con un incremento del 4,5%.
Le strutture teatrali verranno poi utilizzate con orari più lunghi, senza distinguere tra giornate infrasettimanali e weekend, e la produzione verrà poi destagionalizzata per non perdere la stagione estiva, durante la quale il Regio opererà outdoor e fuori dalla città. L'obiettivo finale del piano di sviluppo è di arrivare ad ottenere lo status giuridico di Forma Organizzativa Speciale, come La Scala e Santa Cecilia.
Graziosi ha quindi sottolineato come si punterá maggiormente sul marketing "oggi è fondamentale comunicare le nostra attivitá, anche attraverso i social", annunciando l'istituzione di una cabina di regia trimestrale "che racconti periodicamente come viene attuato il piano, in modo tale che i soggetti coinvolti possano verificare se si stanno seguendo le linee programmatiche".
"Questo è un piano di sviluppo - ha commentato la sindaca Chiara Appendino - perchè mira a produrre di più, a valorizzare le risorse interne ed arrivare ad essere un ente a statuto speciale". La prima cittadina ha poi spiegato che sono vere le voci di dimissioni a breve dell'intero consiglio di indirizzo dopo l'approvazione del piano. "Si tratta di un fatto tecnico - ha precisato - non politico."