Eventi - 28 marzo 2019, 09:36

Luk/osservatorio: sabato 30 marzo sul palco del Cafè Muller

Nuovo appuntamento per la stagione teatrale di Fondazione Cirko Vertigo

Foto: Andrea Macchia

Dopo il lavoro di Bird/osservatorio con il performer Jonnathan Rodriguez Angel, presentato in anteprima lo scorso giugno in occasione del Festival delle Colline Torinesi, in cui l’attenzione era focalizzata sulla relazione con lo spazio e sull’idea della gabbia come metafora di chiusura tanto spaziale quanto mentale, Luk/osservatorio, realizzato con il performer Lukas Vaca Medina, e presentato nel quadro della Stagione Teatrale di Fondazione Cirko Vertigo sabato 30 marzo alle ore 21 al Café Müller, è il nuovo “osservatorio” di compagnia blucinQue di Caterina Mochi Sismondi, studio incentrato sul concetto di limite fisico del corpo.

Il limite corporale è ciò con cui convive tutti i giorni chi ha subito una forma di menomazione, e la riflessione sul proprio corpo come “barriera” può coinvolgere chiunque. Che cosa rappresenta una limitazione fisica? Come questo racconto “particolare” che interessa singoli individui può assumere un significato universale? 

Sono queste le domande che accompagnano sotto traccia il processo creativo di Luk/osservatorio e lo percorrono integralmente, servendosi, per raccontarlo, di vari punti di osservazione dell’idea, di immagini oniriche e in forma poetica. 

Parlare del corpo è parlare del primo strumento di conoscenza del mondo e di relazione con gli altri che ogni uomo utilizza nel suo essere animale sociale. L'obiettivo artistico del solo Luk/osservatorio è condensare e universalizzare il concetto di negazione della libertà di movimento: il protagonista non è una vittima, ma assume l'onere dell’ostacolo, come un samurai che sfida i propri limiti ed è pronto a lottare per superarli. 

Il performer, Lukas Vaca Medina, è un circense e danzatore, i cui strumenti di lavoro sono la frusta, i trampoli e le clave, impiegati durante il processo di creazione come sostegni, da un lato, ed estensione, dall’altro, del proprio corpo. Estensione intesa come possibilità di relazione e comunicazione verso l’esterno, ma soprattutto come principio di liberazione e di auto potenziamento e trasformazione. 

In scena anche un violoncello suonato dall’artista Beatrice Zanin che accompagna movimento e struttura drammaturgica e musicale. In dialogo col violoncello, la danza e la pratica circense, e in linea con la scelta stilistica del primo solo della trilogia, è associato l’utilizzo di testi e di una produzione sonora e musicale realizzata dal vivo da Federico Dal Pozzo, come suono prodotto dal corpo e nello spazio e controcanto o coro del vissuto del protagonista nella realtà della messa in scena.

A corredo e completamento della messa in scena, parole viaggiano su una tela bianca come pensieri scritti dalla mano del personaggio.

comunicato stampa