Attualità - 12 aprile 2019, 06:00

Al Valentino stop alla musica: a rischio le discoteche Life e Club84

Il vicesindaco Montanari: "Non possiamo mantenere aperti attività che presentano degli abusi edilizi"

Gli abusi edilizi e le concessioni scadute rischiano di spegnere ulteriormente la musica al Valentino. La spada di Damocle pende sulle discoteche Life e Club84 di corso Massimo d’Azeglio.

"La gran parte degli edifici presenti - ha spiegato il vicesindaco Guido Montanari durante una Commissione dedicata alla regolarità dal punto di vista edilizio dei pochi locali ancora presenti nel parco - hanno avuto trasformazioni in ampliamento, fatte senza nessuna attenzione ai vincoli su quell'area". L'assessore all'Urbanistica ha poi aggiunto che la volontà dell'amministrazione è riaprire "tutto ciò che è possibile". "Non possiamo mantenere aperti - ha poi precisato - attività che presentano degli abusi edilizi".

Secondo gli uffici dell'Urbanistica del Comune di Torino a rischiare maggiormente sarebbe il Club84. A seguito di verifiche è emerso che buona parte dell'attuale fabbricato potrebbe essere abusiva, perché non "risultano corrispondenti autorizzazioni edilizie e paesaggistiche". Attualmente sono in corso interlocuzioni con il gestore del locale per l’abbattimento di questa parte, a seguito della quale potrebbe riaprire lo spazio di corso Massimo d’Azeglio.

Meno critica la situazione del Life: dal punto di vista urbanistico la parte da sanare sarebbe limitata. Per quanto riguarda l'Imbarchino, lo scorso 1° marzo è stato stipulato il contratto di concessione con gli Amici dell’Imbarchino, che avrà la durata di 14 anni. L'obiettivo è riaprire il locale sulle rive del Po per quest'estate, ma l'ammontare dei lavori per renderlo accessibile risulta piuttosto elevato.

"Rispetto all'anno scorso - commenta la coordinatrice della Cultura della Circoscrizione 8 Paola Parmentola - quando l'Amministrazione Appendino aveva fatto una delibera sul Valentino, nulla si è mosso". "Le prospettive sono pari allo zero, così come il progetto politico", conclude Parmentola.

Cinzia Gatti