È un viaggio trasversale che abbraccia in toto l'essere umano, un'immersione nella profondità lungimirante del genio, una riscoperta dell'essenza stessa del Rinascimento, l'omaggio che Torino rende a Leonardo da Vinci proprio nel giorno della sua nascita, il 15 aprile. Apre domani al pubblico la mostra "Leonardo da Vinci. Disegnare il futuro", in occasione dei 500 anni dalla morte dell'artista, ospitata ai Musei Reali di Torino fino al 14 luglio. Curata da Enrica Pagella, Francesco Paolo Di Teodoro e Paola Salvi, l'esposizione è organizzata con l'Associazione Metamorfosi, in collaborazione con Politecnico e Università di Torino e promossa dal Ministero per i beni e le attività culturali. Danno il patrocinio la Regione Piemonte e il Comune di Torino.
"Siamo orgogliosi di ospitare un evento di rilevanza nazionale", ha dichiarato la sindaca Chiara Appendino. "L'elemento di grande forza è senza dubbio la sua accessibilità. Perché una mostra non deve esaurirsi nello spazio fisico che l'accoglie, ma essere utile alla comunità nel momento in cui genera un modello replicabile, sviluppando una coscienza critica e facendo sorgere interrogativi".
Nucleo portante della mostra sono i tredici disegni autografi conservati alla Biblioteca Reale di Torino, acquistati da re Carlo Alberto nel 1839, assieme al celeberrimo "Codice sul volo degli uccelli", donato al re Umberto I nel 1893. Un corpus complesso raramente esposto nel suo insieme, che restituisce l'attività di Leonardo in un periodo che va dal 1480 al 1515.
Grazie alla collaborazione con l'Associazione + Cultura Accessibile e Tactile Vision Onlus, le opere sono fruibili anche dai diversamente abili: tavole multisensoriali permettono riproduzioni tridimensionali, con testo in braille ad alta leggibilità. I contenuti sono disponibili utilizzando le tecnologie Qr-code e NFC.
Il percorso di visita, allestito nelle Sale Palatine della Galleria Sabauda, si apre con la sezione "Antichi modelli", dedicata al confronto con dell'eredità classica, banco di prova per tutti gli artisti rinascimentali. Si va dall'analisi della macchina da guerra alla figura eroica di "Ercole e il leone Nemeo", immagine legata al progetto di una statua per Piazza della Signoria a Firenze, fino al magnifico "Volo virile di profilo coronato di alloro".
La mostra si sviluppa quindi nello studio del corpo umano: proporzioni, anatomia, movimento sono i temi unitari messi confronto con altri soggetti di Botticelli, Michelangelo e Raffaello. In questa sezione spicca il disegno "Studi di proporzioni del volto e dell'occhio", che testimonia l'importanza data dal Maestro a quello che definiva "il miglior senso", la vista.
Più intimistica e privata è la ricerca del rapporto tra il disegno e la poesia in Leonardo, dove la scrittura è caratterizzata da accenti ritmici analoghi agli schizzi su carta. Qui il visitatore può sfogliare metaforicamente il "Codice Trivulziano", quaderno di appunti compilati dall'artista a Milano, accanto a celebri rime di Michelangelo, Raffaello e Donato Bramante.
Ma il fulcro della mostra ruota attorno all'incantevole "Autoritratto". "Rappresenta l'immagine di sé che Leonardo ha voluto lasciare ai posteri", ha chiarito la curatrice Salvi; "si stanno sviluppando nuovi studi per individuarne la datazione precisa".
Ed è poi una galleria di "Volti tra realtà e idealizzazione" a trasportare il visitatore nei "moti dell'animo" di matrice leonardesca, con il "Busto di giovane donna" e lo "Studio di testa virile". Disegni che, seguendo i precetti di Leon Battista Alberti, esplorano la ricchezza mutevole dei caratteri fisionomici, costruendo un vero e proprio catalogo di tipi umani indagati nella complessità delle loro emozioni.
Dopo il penultimo passaggio dedicato al piccolo quaderno noto come "Codice sul volo degli uccelli" - in cui meraviglia la capacità visionaria dell'artista, unita alla sapienza tecnica nelle minuziose descrizioni e annotazioni per la macchina volante a propulsione umana -, l'ultima sezione ci proietta in un mondo sconosciuto. È il tema inedito del rapporto di Leonardo col Piemonte: qui è possibile ammirare una spettacolare ricostruzione del Monte Rosa sulla base della descrizione fatta dall'artista-viaggiatore a mo' di volo d'uccello: "e questo vedrà, come vid'io, chi andrà sopra Mon Bosio, giogo dell'Alpi".