Economia e lavoro - 15 aprile 2019, 13:10

Gli artigiani torinesi al voto: nell'urna ci vanno burocrazia, autonomia e Tav. Anche a costo di un referendum

Secondo un'indagine di Confartigianato, ecco le richieste più sentite a poche settimane dalle Regionali. Ma c'è anche la lotta all'abusivismo e la richiesta di incentivi per le imprese

Imprenditori, titolare di aziende, ma soprattutto elettori. Sono (anche) questo gli artigiani piemontesi, che così come tutti gli altri aventi diritto si preparano alle votazioni Regionali del prossimo 26 maggio. 

Oltre a carta d'identità e tessera elettorale, però, porteranno con sé al seggio anche richieste e proposte per i tre candidati alla poltrona di governatore: Giorgio Bertola, per il Movimento Cinque Stelle, Sergio Chiamparino per il centrosinistra e Alberto Cirio per il centrodestra. Tre, in particolare, i temi che più sentono vicini alla propria quotidianità: lotta alla burocrazia, autonomie e infrastrutture, in particolare Torino-Lione. 

Lo rivela l'indagine che ha fatto Confartigianato Torino, a poche settimane dalla consultazione elettorale. E le percentuali non lasciano spazio a interpretazioni: la totalità delle persone che hanno risposto al sondaggio hanno indicato lo snellimento della burocrazia come priorità, mentre il 58% ha richiesto incentivi per le imprese, e il 45,5%  il rilancio delle infrastrutture. Un tema, questo, finito a pari merito (45,5%) con la lotta all’abusivismo.

“Non mi sorprende che la maggioranza dei nostri associati abbia indicato lo snellimento della  burocrazia quale azione prioritaria della politica regionale e nazionale – commenta Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino -. Infatti il peso della burocrazia nel nostro Paese è molto più elevato rispetto alla media dei Paesi dell’Unione Europea: la complessità delle procedure amministrative è considerato un problema nell’attività dell’azienda dall’84% degli imprenditori in Italia, oltre venti punti superiore al 60% della media europea. Siamo soffocati da una mala burocrazia che sottrae ai piccoli imprenditori sempre più tempo e risorse per compilare un numero debordante di adempimenti, di certificati e per onorare una moltitudine di scadenze disseminate lungo tutti i 12 mesi: questa criticità costa al sistema imprese 31 miliardi di euro ogni anno”.

Tra gli interventi infrastrutturali più importanti, indicati dal campione, non stupisce che in cima alla classifica si posizioni il tema TAV,  seguito dalla tangenziale Est di Torino e la Linea Metro 2.  “Per una visione più generale sui collegamenti continuano a essere strategici la TAV, l’ampliamento della rete metropolitana, il completamento della Asti-Cuneo, opera chiave per il basso Piemonte, la definizione di uno scorrimento veloce che da sud guardi a nord verso Milano e il progetto tangenziale Est – riflette De Santis -. Purtroppo le infrastrutture del Piemonte si devono confrontare con una riduzione della spesa per le opere pubbliche, con il conseguente impatto negativo sul comparto delle costruzioni che resta il settore maggiormente colpito dalla crisi economica e sulla sicurezza stradale.” “Gli artigiani hanno bisogno del rilancio dell’attività edilizia, con l’apertura dei cantieri e la riqualificazione degli edifici esistenti, con una maggiore attenzione alle leve che potrebbero rilanciare il settore, come ad esempio maggiori investimenti nelle infrastrutture". 

Sulla spinosa questione che riguarda la Torino-Lione il 76% del campione si è espresso favorevolmente anche all’utilizzo di un referendum come strumento di consultazione popolare per poter esprimere la propria opinione. “L’evocazione di un referendum sulla Tav potrebbe essere l’ultima spiaggia, anche se difficilmente praticabile, attraverso il quale ribadire la nostra posizione e la nostra battaglia a favore della Tav, - continua De Santis - che oltre ad essere un’infrastruttura di vitale importanza, di collegamento con il resto dell’Europa, può assicurare risultati economici, ambientali e occupazionali senza precedenti”. “Il nostro timore è che si pensi di sacrificare l’alta velocità per assecondare l’ideologia populista del “non fare”. Noi non solo vogliamo la Tav ma vogliamo che il tracciato veda protagonista Torino. Diversamente nulla potrà arrestare il progressivo e irreversibile declino del nostro territorio. Questa è per noi una richiesta fondamentale e imprescindibile per chiunque sarà chiamato a governare la nostra regione. Sarà nostra cura monitorare la questione Tav affinché si proceda nei lavori , senza se e senza ma”. 

Alla domanda se si ritiene giusto che le regioni più ricche abbiano un’autonomia differenziata il 48% ha risposto affermativamente, il 42,4% ha risposto negativamente e il 9,1% ha risposto non so. Mentre esprimendo un giudizio sulla legislatura che va a conclusione, i provvedimenti più apprezzati sono stati (54,5) gli incentivi per la sostituzione del veicolo inquinante, quindi la formazione professionale (45,5), il conseguimento del marchio eccellenza artigiana e il progetto bottega scuola (39,4%).

Massimiliano Sciullo